Il rischio di una guerra civilein Venezuela, a causa di gruppi locali che sostengono rispettivamente il presidente eletto Nicolas Maduroe l’autoproclamato capo di Stato Jhuan Guaidò, è sempre maggiore.
Vi è l’appoggio, in favore del primo leader, anche di alcuni paesi della regione, ma soprattutto della Russia che ha inviato sul posto diversi soldati per tutelarlo.
L’esponente trentacinquenne del parlamentoè stato riconosciuto invece come numero uno di Caracas dagli Usa(pronti a sostenerlo con azioni belliche soprattutto in caso di arresto) e da altri 52 stati, tra cui alcuni situati in America Latina e in Occidente.
Onu paralizzato – La situazione che si è creata è molto simile a quella sirianache ha generato, dal suo inizio nel 2011, oltre mezzo milione di morti.
Le Nazioni Unite rimangono, anche sulle sorti di Maduro come per quelle di Bashar al – Assad, bloccate a causa del potere di veto dei 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Lo stallo, causato dalle differenti posizioni dei suoi componenti, che si è creato mette in discussione il principio di non ingerenza negli affari interni di un paese sovrano. Donald Trump non ha avuto quindi alcuna legittimazione per nominare Guaidò come suo omologo (scelta ripetuta da altri alleati della Casa Bianca). Stupisce inoltre la forza con cui l’amministrazione d’oltreoceano ha invitato Vladimir Putina ritirare i propri soldati in loco. Caracas ha la possibilità infatti di invitare chi desidera sul territorio che amministra. Non dimentichiamo che aveva già attuato, alla fine dello scorso anno, esercitazioni con il Cremlinoe quest’ultimo aveva spedito sul posto, per l’occasione, persino un proprio bombardiere nucleare.