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Attualità

Ustica, Quarant’anni dopo

La Strage di Ustica. Restano aperti ancora interrogativi: “Il muro di gomma resiste”.

27 Giugno 1980, ore 20.08. Il DC-9 della Compagnia Itavia con a bordo 77 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio decolla per il volo IH870 dall’aeroporto di Bologna. In volo, procedendo verso l’aeroporto Punta Raisi di Palermo mantiene la sua velocità di crociera regolare nei tempi e sulla rotta assegnata. 

Ore 20.59 ultimo contatto radio. 

 Sopra il braccio di mare compreso tra le isole italiane di Ponza e Ustica l’aereo scompare dai radar. Scompaiono anche le vite di 81 persone. Un triste destino segnato anche da un ritardo di quasi due ore nella partenza dall’aeroporto di Bologna.

Sono anni in cui il clima della Guerra Fredda è ancora caldo: il coinvolgimento internazionale all’interno delle misteriose vicende italiane è all’ordine del giorno e Ustica si va ad aggiungere, assieme alle stragi degli Anni di Piombo, a quei casi  irrisolti che tormenteranno la Storia della Repubblica Italiana.

Nel corso degli anni, le indagini che hanno portato alla luce le cause o le presunte cause di questa sciagura hanno sempre mostrato molte incertezze ed amarezze: tante ipotesi, verità ufficiali, ma subito dopo smentite. Ciò ha fatto crescere attorno alla vicenda un’ombra di mistero che ha impedito di garantire un’equa giustizia alle famiglie delle persone coinvolte nella strage aerea.

Dalla pista francese a quella americana, sfiorando le ipotesi anche di un attentato terroristico e di un cedimento strutturale del DC-9 sono le supposizioni formulate riguardo alla natura, alla dinamica e alle cause della sciagura.

Oggi, dopo quaranta anni si sa per certo che non fu un attentato terroristico: è improbabile che all’interno dell’aereo fosse scoppiata una bomba poiché le perizie portarono alla luce che le fusoliere e i finestrini dell’aereo erano integri. Non si è trattato nemmeno di un cedimento strutturale, come sosteneva l’Aeronautica Militare. 

La tesi più accreditata in sede penale e risarcitoria riguarda il coinvolgimento internazionale degli stati italiano, francese, libico e statunitense. Il DC-9 si sarebbe trovato sulla linea di un combattimento aereo venendo infine colpito per errore da un missile sparato da un caccia contro un MIG dell’aviazione nordafricana. Quella sera i cieli italiani erano teatro di guerra? 

 La responsabilità della sciagura fu attribuita a un missile francese diretto verso un velivolo libico in volo su cui presumibilmente si sarebbe trovato il Colonnello Gheddafi. Questa tesi trova la conferma della Corte di Cassazione nella sentenza di condanna civile al risarcimento ai familiari delle vittime.

 La Magistratura italiana ha posto una serie di procedimenti sia penali che civili. Alcuni procedimenti sono stati volti a cercare le cause e gli autori o i responsabili della strage, mentre altri hanno riguardato i presunti depistaggi all’accertamento dei fatti.

Sulla base delle diverse sentenze relative al caso in questione possiamo porre l’attenzione su alcuni aspetti che meritano valutazione.  Prove e perizie esaminate evidenziano le seguenti conclusioni in merito:

• nella scia del DC-9 è probabile la presenza di un velivolo che si nascondeva per non essere rilevato dai radar 

• il DC-9 fu intercettato da due caccia che inseguivano il velivolo militare o il DC-9 fu erroneamente bersagliato da un missile diretto al velivolo militare o vi fu una collisione tra il DC-9 e il velivolo militare che gli si nascondeva dietro

• l’attacco dei due caccia al velivolo militare inseguito era potenzialmente pericoloso e l’inseguimento violava norme consuetudinarie e di trattati di diritto internazionale sugli spazi aerei

• la sciagura avrebbe potuto essere evitata osservando un protocollo per casi simili

• gli operatori del Centro radar di Marsala non avrebbero dovuto sospendere le registrazioni dopo l’incidente essendo scomparso un aereo civile

• la mancata catalogazione della documentazione e la mancata consegna di essa all’ Autorità Giudiziaria da parte del Centro radar di Marsala sottrassero agli inquirenti dati fondamentali per la ricostruzione del caso

• oltre ai dati non forniti da Marsala non furono resi disponibili i dati dei radar di Licola e Poggio Ballone. Questi avrebbero dimostrato una colpa gravissima dei vertici della Aviazione Militare.

• l’omessa fornitura dei dati ha costituito una copertura nei confronti degli autori della strage

• l’Amministrazione dell’Aeronautica Militare resta responsabile trattandosi di condotte realizzate per fini sia pur deviati dall’ente stesso.

Sono trascorsi quarant’anni e ancora manca una verità giudiziaria sulla tragedia del DC-9 precipitato nel Mar Tirreno. I responsabili della strage non sono stati ancora individuati nonostante l’immane attività dei magistrati, della commissione parlamentare stragi, delle perizie e rogatorie internazionali. Continua la pesante attesa di verità, in particolare delle famiglie delle vittime che dopo molti anni meritano di conoscere le cause della perdita dei loro cari.

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