La prima puntata di “Un professore”, nuova fiction targata Rai (sei puntate programmate in prima visione su Rai1 il giovedì, a partire dall’11 novembre), con protagonista Alessandro Gassmann e la regia di Alessandro D’Alatri, entra subito nel vivo di quella che è ‘la casa’ per un docente: la scuola. Osserviamo da un lato i ragazzi, dall’altro l’uomo che si sta recando al liceo per la sua prima lezione e già incappando in un imprevisto, intuiamo quali caratteristiche abbia il personaggio. Dante Balestra arriva al Leonardo Da Vinci di Roma in qualità di professore di filosofia e immediatamente colpisce per il suo essere anticonformista, oltre che affascinante. «Insegna in modo eccentrico il pensiero dei grandi filosofi (ne segue l’esempio immediatamente portando gli studenti all’aria aperta, nda) e aiuta gli allievi a ragionare con la propria testa. Alcuni colleghi lo trovano irritante, ma grazie a lui Socrate, Nietzsche, Epicuro e gli altri grandi pensatori non sono capitoli di polverosi manuali di filosofia, ma compagni di viaggio che aiutano a risolvere i piccoli e i grandi problemi» (dalla nota ufficiale). Parallelamente, come tutti, ha una vita privata e, pure in questo caso, irrompe senza alcun preavviso nella quotidianità del figlio Simone (Nicolas Maupas), visto che Dante torna a Roma dopo anni di assenza nel momento in cui l’ex moglie (Christiane Filangieri) si trasferisce per lavoro a Glasgow.
Tenendo conto della fase che sta attraversando il ragazzo – quella adolescenziale – e della mancanza per diverso tempo della figura paterna, il rapporto tra i due si manifesta ruvido, Simone cerca di stare più alla larga possibile dal padre e quando capita di ‘sfiorarsi’ si scontrano. Ad accrescere e complicare il tutto contribuisce l’esserselo ritrovato in qualità di insegnante. Una fonte di mediazione potrebbe essere costituita dalla nonna paterna Virginia (Pia Engleberth), ma questo lo potremo scoprire solo nei prossimi episodi…
Un altro aspetto su cui la narrazione lancia il sassolino è che qualcosa di importante sia accaduta in passato e a ciò è legata la figura di Anita (Claudia Pandolfi). «Lei è la madre di Manuel (Damiano Gavino), lo studente ripetente che Dante prende sotto la propria ala protettrice. È una donna single, orgogliosa, che cerca di barcamenarsi. Lavora come barista, ma anche come traduttrice grazie alla conoscenza delle lingue, unico lascito positivo di relazioni con uomini sempre diversi e sempre in fuga. Nonostante una vita incasinata, è una donna profonda».
Sandro Petraglia (sceneggiatore di lungo corso, il quale ha preso parte alla stesura di tutti gli episodi – gli altri sceneggiatori si sono alternati) ha raccontato nel corso della conferenza stampa: «Il racconto che facciamo riguarda anche le difficoltà dei ragazzi e dei pericoli che corrono: l’isolamento, la solitudine, la voglia di rifugiarsi nelle loro stanze. Mettiamo in scena l’omofobia, il bullismo… e anche l’amore. Non abbiamo affrontato il covid perché la serie è nata prima; forse, con una seconda stagione, si potrebbe fare. Ci teniamo a precisare che, in questa serie, c’è un enorme rispetto per il lavoro dei professori». Il regista D’Alatri, dal canto suo, ha affermato: «Ciò che manca alla scuola è il percorso della logica. Vedo che molti giovani soffrono della difficoltà di comprendere i percorsi. Il lavoro che fa questo professore è insegnare un percorso di logica, unire i puntini della nostra vita, compiendo il lavoro che si pone la filosofia: porsi delle domande e provare a darsi delle risposte. Anch’io avevo paura ad andare a scuola, avevo paura del giudizio. Spero che questo sia un lavoro di sostegno al difficile lavoro che fanno gli insegnanti. La società è cresciuta, ma la scuola non ha inseguito la realtà».
I presupposti che questa nuova fiction possa conquistare anche una fascia di pubblico giovane ci sono tutti, essendo i ragazzi co-protagonisti e magari, discutendo degli spunti lanciati durante le puntate nelle proprie classi, si potrà ragionare e crescere ulteriormente.