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TUTTO IN UN ABBRACCIO

In un abbraccio è racchiuso tutto l’amore del mondo, in tre abbracci sono racchiuse le storie che, in questi giorni, stanno più colpendo cuori e coscienze.

In un abbraccio è racchiuso tutto l’amore del mondo, in tre abbracci sono racchiuse le storie che, in questi giorni, stanno più colpendo cuori e coscienze.

Due mani che proteggono, che riscaldano, che offrono un’altra opportunità di vita, un gesto ancor più significativo in un periodo in cui la vicinanza fisica è diventata addirittura un lusso.
Grazie ad un abbraccio Eitan, un piccolo bambino israeliano di 5 anni, è sfuggito ieri ad un triste destino, una morte mentre era in funivia ad ammirare uno splendido panorama con la sua famiglia. 14 persone non ce l’hanno fatta, tutti i passeggeri inconsapevoli di quel giro, lui sì, un’operazione per ridurre le fratture me nessun danno grave al cervello e al midollo.

Pensate all’angoscia di un attimo, all’imprevedibilità, alla velocità della caduta e poi mettetevi nella testa, nel cuore e nelle braccia di un grande papà che avvolge nel suo calore il proprio figlio, concedendogli la meravigliosa chance della vita. Esiste una definizione più azzeccata di eroe?

Ma un abbraccio è anche al centro di feroci polemiche in Spagna, a Ceuta, dove lo scorso 20 maggio Luna Reyes, una ventenne di Madrid, si è “azzardata” ad abbracciare un ragazzo senegalese arrivato sulla terraferma dopo un lungo viaggio a nuoto nel confine tra Marocco e Spagna. Lui l’ha scampata, l’amico ne è uscito malconcio, lei, Luna, ha avuto la colpa di essere se stessa, volontaria della Croce Rossa pronta a dare una mano. Cibo, acqua, coperte, tutto serve, ma quell’abbraccio, sono sicuro, è stata la cosa più bella che potesse chiedere al suo arrivo il disperato ragazzo ritratto nella foto.

Un azzardo che è costato molto alla ragazza, riempita di insulti razzisti e maschilisti, costretta ad oscurare i propri profili social per avere attimi di tregua.

Si è volontari nel dna, si è protesi per gli altri senza un perché ed eccola Luna, che risponde ad odio con altro amore, è preoccupata che “il suo ragazzo” sia stato rispedito in Marocco, come un pacco non gradito, dal governo spagnolo. Sul web è circolata la foto di un volto bianco che abbraccia quello stesso volto stanco, la sconfitta dell’amore e della solidarietà, perché non ci si dovrebbe mai vergognare di piccoli gesti che possono cambiare un’intera esistenza. “Era disperato, sembrava stesse morendo”, ha dichiarato la ragazza e come rispondiamo ad una richiesta di aiuto? Abbracciando o voltandoci dall’altra parte?

Infine ci sono le due braccia dell’agente della Guardia Civil Juan Francisco, che issano un neonato, sempre a Ceuta. Freddo, congelato, non si muoveva, meglio che sollevare una coppa, un trionfo di umanità con cui si risponde a stupide e gratuite critiche.

Sembra un paradosso che in un periodo in cui sono banditi gli abbracci queste tre immagini assumano così significato, di sicuro i protagonisti non volevano ergersi a paladini o ad eroi: hanno solo fatto il loro dovere, su suggerimento del cuore. 

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