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SOLITUDINE E CREATIVITA’: ANCHE LA MENTE HA BISOGNO DI SILENZIO!

La solitudine è una condizione a cui spesso associamo sensazioni negative, anche perché la società umana e la nostra stessa vita sono fatte di relazioni.

Siamo animali sociali, dopotutto e, quando non siamo fisicamente circondati dalle persone, siamo connessi attraverso la tecnologia. Social media, cellulari, e-mail hanno infatti esteso le relazioni umane.

Sembrerebbe quindi poco attuale affermare il valore della solitudine, mentre, invece, essa costituisce una condizione indispensabile per stare bene e vivere un’esistenza ricca e stimolante, esigenza che oggi avvertiamo in maniera più pressante di quanto accadesse qualche anno fa.

Essere da soli non equivale a sentirsi soli

In effetti la solitudine ci mette a disagio solo quando ci sentiamo soli: isolarci ogni tanto non significa rifiutare la società. Non rischiamo neppure di essere messi da parte, anche perché non possiamo sottodimensionare il fatto che il bisogno incessante di essere sempre in  mezzo alle persone dovrebbe far preoccupare quanto il suo opposto.

A tal proposito Giacomo Leopardi sosteneva che: “La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo”.

La ‘solitudine positiva’ può essere intesa una pausa dal mondo che ci circonda, un momento di raccoglimento con i propri pensieri: prendersi i propri spazi, infatti, rappresenta benefici psicologici dimostrati, in particolare riduce lo stress e l’eventuale senso di frustrazione.

Quando la mente ha bisogno di silenzio

Essere da soli costituisce una straordinaria opportunità per concentrarci su ciò che si ritiene prioritario. Nella solitudine il cervello valuta meglio gli accadimenti che si sono verificati in un determinato lasso temporale. Ad esempio se si sta lavorando ad un progetto, pur facendo parte di un gruppo, si avverte il bisogno di rielaborare le propria esperienza, sia per essere più consapevoli dell’attività svolta, sia per concentrarsi sulla risoluzione di alcune criticità.

Capita anche che a volte soffriamo la pressione del gruppo e veniamo trascinati o ci lasciamo trasportare in una direzione senza porci troppi interrogativi, o, ancora, stiamo zitti pensando di avere avuto un’idea banale. In tal modo il nostro contributo diventerebbe un passivo atto di adesione alla volontà della maggioranza, oscurando potenziali creative. Un individuo che si esprime, può far emergere una dialettica costruttiva utile ed arricchente per tutti.

Solitudine = Concentrazione = Creatività

Quando esista un reale spirito di squadra il lavoro di gruppo rende più sopportabile anche i compiti più noiosi, perché consente di avere una condivisione ed un supporto vicendevole con la propria èquipe di lavoro.

Lavorando da soli, senza interruzioni è però più facile concentrarsi ed essere produttivi. A volte si arriva al paradosso che da soli si riesca a fare ciò che in due sembra impossibile, oppure si impieghi meno tempo.

La creatività spesso nasce da un momento solitario: ad esempio Einstein si concedeva lunghe passeggiate in compagnia dei suoi pensieri; Mozart amava comporre musica da solo; Dylan Thomas ha scritto un intero libro di poesie ritirandosi in una piccola casa sul mare, mentre Pablo Picasso sosteneva che “Senza una grande solitudine nessun serio lavoro è possibile”.

Alcuni studi psicologici hanno esaminato le vite delle persone più creative evidenziando che coloro che stanno bene da soli, solitamente sono meno sensibili alle pressioni del gruppo, sentono meno la paura di essere abbandonati dai propri punti di riferimento, perché attingono energia da se stessi che da chi li circonda (al contrario degli estroversi).

Introversi non significa infatti timidi e sottomessi: anzi, generalmente i creativi solitari presentano forti personalità e perseguono i propri obiettivi con pervicacia e determinazione, dimostrando anche una certa abilità ad ottenere il consenso delle altre persone e a muoversi nel mondo. La contemplazione dei propri pensieri favorisce l’emergere di nuove idee. Si tratta di una solitudine volontaria e costruttiva che lascia spazio al pensiero creativo e divergente attraverso il quale ognuno riesce a sviluppare maggiore capacità di concentrazione  e magari a  migliorare ciò che già esiste proprio attraverso lo sviluppo della propria creatività e del proprio talento.

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