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SCUOLE APERTE ANCHE IN ESTATE COME SUPPORTO ALLE FAMIGLIE

Le vacanze estive risultano per le famiglie un periodo particolarmente complesso da gestire, in quanto si prolungano per ben quattordici settimane e, in assenza dei nonni, baby-sitter e centri estivi, per numerosi genitori costituisce una vera e propria criticità.

Foto di 14995841 da Pixabay

Tenere le scuole aperte anche in estate su base volontaria per venire incontro alle necessità delle famiglie di lavoratori è la proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

<>, spiega il ministro, secondo il quale l’idea <>.

<>, ribadisce Valditara evidenziando che le risposte devono essere orientate in due direzioni:<>.

Certamente necessitano di essere maggiormente sostenute le famiglie i cui figli frequentano le scuole primarie e medie perché è una fascia d’età in cui i ragazzi non hanno ancora raggiunto la necessaria autonomia, per questo Il responsabile del dicastero dell’Istruzione e del Merito, durante un’intervista ha sottolineato che<>.

Per favorire il successo formativo di ogni studente, conclude il ministro, <>.

Scuole aperte in estate e riferimenti normativi  

Sicuramente la proposta del ministro Valditara è pienamente condivisibile e si collega alla circolare che nell’aprile 2021 ha introdotto il “Piano scuola estate2021” con il quale alle istituzioni scolastiche sono state rese disponibili risorse economiche e strumenti per rinforzare e potenziare le competenze disciplinari gettando una sorta di ponte verso il successivo anno scolastico.

L’incipit del Piano ha messo in evidenza il grande impegno profuso dai docenti per assicurare agli studenti un percorso scolastico adeguato durante la pandemia, inoltre viene rimarcato come la situazione legata all’emergenza sanitaria abbia determinato nuove forme di povertà educativa, infine si sottolinea che la didattica a distanza  non è stata sufficiente ad evitare un rallentamento degli apprendimenti, evidenziando il gap che si è venuto a creare tra i livelli di apprendimento teoricamente definiti e quanto realmente appreso.

A parere della scrivente sarebbe interessante capire se e in quale misura la didattica a distanza abbia effettivamente ridotto gli apprendimenti. A questo proposito tutti i docenti possono quantomeno riflettere sugli esiti delle prove Invalsi che costituiscono la cartina di tornasole dello stato di salute della scuola italiana e, misurando l’apprendimento di alcune competenze fondamentali permettono, tra gli altri, un raffronto diacronico dell’evoluzione dei medesimi studenti.

Tenere le scuole aperte anche in estate costituisce un progetto ambizioso, certamente però non facile da rendere operativo in una prospettiva temporale a breve termine per una serie di motivazioni non irrilevanti fra cui molto prosaicamente si può giustificare la “levata di scudi” del personale docente per il quale “fare scuola” nei mesi di luglio e agosto senza che gli edifici siano dotati di condizionamento dell’aria può rivelarsi in concreto molto difficile.

“Scuole aperte in estate” si delinea pertanto come lodevole iniziativa, che si auspica possa essere realizzata, con un cammino che si profila accidentato e faticoso; perciò, non resta che augurare buon lavoro al ministro dell’Istruzione e del Merito!

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