SCUOLA E TERZO SETTORE: LAVORARE INSIEME CONTRO LA POVERTÀ EDUCATIVA
Sono circa 80000 gli enti del Terzo Settore che operano in ambito educativo e a stretto contatto con la scuola. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria il mondo dell’istruzione è stato tra i più colpiti, il rischio di dispersione scolastica è aumentato, e così anche la necessità di rafforzare la rete educativa.
di Anna Sofia Tuccillo
“La rete del Terzo settore in ambito educativo rappresenta un presidio capillare sul territorio e di sostegno soprattutto nelle aree più fragili e periferiche del Paese, che si è mostrata essenziale in questa emergenza sanitaria”. Sono queste le parole della portavoce del forum terzo settore, Claudia Fiaschi, in occasione della presentazione degli interventi contro la dispersione scolastica e la povertà educativa. La presentazione, organizzata dal Ministero dell’Istruzione e presieduta dall’ex Ministro Lucia Azzolina nel gennaio 2021, non è stato l’unico segnale di cooperazione tra la scuola e il Terzo Settore. Anche il nuovo ministro Patrizio Bianchi, chiede, nel suo libro, “Nello specchio della scuola”, un piano nazionale contro la dispersione scolastica, per evitare il rischio di abbandono scolastico e recuperare quanti hanno già lasciato la scuola.
Marco Rossi Doria, vice presidente di “Con i Bambini”, spende parole di stima nei confronti del neo ministro Bianchi, che ha sempre mostrato partecipazione e sensibilità verso la povertà educativa, volendo fortemente una sinergia tra Comuni, Terzo Settore e Scuola. “Con i Bambini” è una società senza scopo di Lucro impegnata nella lotta, sia nella scuola che fuori, alla dispersione scolastica, cercando di arginarla con la pubblicazione di bandi e con lo stanziamento di fondi che interessano enti del Terzo Settore, scuole, enti pubblici e privati, per un totale di circa 6000 organizzazioni. Marco Rossi Doria afferma anche che queste collaborazioni tra scuola e terzo settore, che hanno già portato in passato a risultati straordinari, sono però lasciate alla singola iniziativa. Basti pensare alla rete di “Provaci ancora Sam” a Torino, a Ponticelli di Napoli, alle comunità educative di Palermo nel Quartiere Zisa.
Anche Cesare Moreno, presidente di “Maestri di Strada” si pronuncia sulla possibilità di una collaborazione tra il Ministero e il Terzo Settore, esprimendo però maggiori dubbi sulla reale efficacia di questa fusione.
“Ci sono due questioni che forse ci vedono vicini: la prima è quella dei patti educativi di comunità, che Patrizio Bianchi ha promosso in Emilia dopo il terremoto e noi abbiamo attivato dal 2010: una formula utile per andare oltre le dinamiche scuola-extrascuola, scuola-privato sociale, eccetera. Ho tuttavia profondi dubbi che il ministero possa promuovere su vasta scala un cambiamento del genere”, afferma Cesare Moreno.
Una possibile affinità che può nascere tra l’Associazione Maestri di Strada e il nuovo ministro è “l’idea che si apprende ovunque e che quindi la scuola debba raccogliere e organizzare i saperi e non solo fondarsi sul proprio patrimonio”. Si tratta in realtà di un concetto per niente nuovo e che, secondo Moreno, dovrebbe essere scontato, ma che nella pratica è poco applicato. È chiaro quindi che si tratta di problemi educativi, che Moreno definisce irrisolvibili se si vuol considerare soltanto l’apparato governativo e quindi se lasciato alla sola gestione del ministero. Quest’ultimo deve saper utilizzare le risorse che il terzo settore, davvero a contatto con le famiglie, con i ragazzi e con la comunità, può contribuire a dare dal punto di vista educativo e non solo, soprattutto se sostenuto e non abbandonato dalle autorità.