Tutti, operatori della scuola in primis, ci rendiamo conto che la curva della povertà culturale è destinata a crescere rappresentando anche l’anticamera della deprivazione materiale, soprattutto per i nostri ragazzi che, negli anni futuri, saranno impegnati a ripagare il debito contratto con l’Europa, necessario al nostro Paese per un radicale cambiamento ed un ineludibile progetto di rinascita. Il covid, peraltro, ha solo accelerato un processo già in atto.
Ma da dove le scuole possono ripartire per avviare un processo di ripresa?
Probabilmente un importante dato oggettivo è costituito dagli esiti delle prove Invalsi che tutti gli istituti hanno ricevuto e nei quali sono evidenziati i livelli di competenza conseguiti da ogni studente oltre ad un’analisi valutativa delle classi. Tra l’altro la partecipazione alle prove Invalsi 2021 è stata altissima in quasi tutto il territorio nazionale e di ciò meritano un ringraziamento le scuole che ancora una volta hanno dato testimonianza di grande serietà e dedizione nonostante le molteplici difficoltà di questi mesi. Infatti esse hanno compreso l’importanza di avere dati per progettare e monitorare le azioni necessarie per superare problematiche che affondano le radici in periodi ben precedenti l’insorgere della pandemia. All’Invalsi, invece, va riconosciuto il merito di essere stato capace di mettersi in una posizione di dialogo e collaborazione con le scuole, individuando soluzioni flessibili ed adeguate.
Ora però dobbiamo, tutti, in base ai ruoli che ricopriamo, preoccuparci dei nostri studenti e fare il possibile affinchè essi riprendano la scuola in presenza per l’intero anno scolastico.
La pandemia ha sicuramente cambiato la vita, ma ha contribuito ad insegnarci tante cose: abbiamo imparato che la Dad può essere utile anche rispetto alla didattica in presenza, senza sostituirla, ma, rappresentando ad esempio uno strumento di supporto per il recupero di studenti in difficoltà, o ospedalizzati, o difficili da raggiungere per esigenze particolari. Ciò, per poter essere concretizzato necessita di progettazione delle azioni e monitoraggio in itinere come supporto costante che consenta di correggere i punti di debolezza.
I dati Invalsi ci indicano anche che non possiamo dimenticarci gli studenti con risultati buoni ed eccellenti: anche loro hanno bisogno di essere adeguatamente supportati, in quanto durante la pandemia sono notevolmente diminuiti, soprattutto coloro che provengono da famiglie svantaggiate. Aiutarli non costituisce solo un dovere, ma anche una necessità. Senza giovani con elevate competenze il nostro Paese non potrà riprendersi. Sono indispensabili allievi con competenze solide per assicurarci uno sviluppo armonico e veramente inclusivo. Questi studenti hanno bisogno del supporto della scuola e noi, dobbiamo impegnarci a sostenerli sin dalla ripresa delle lezioni a settembre intervenendo con piani di recupero e di potenziamento, sicuramente sarà una sfida importante ed impegnativa, ma non possiamo perderla!!