Da alcune settimane i dati allarmanti sulla diffusione del coronavirus condizionano il modo di pensare, vivere e lavorare degli italiani.
L’epidemia da Covid-19, un virus a diffusione incontrollabile in più aree geografiche, continua ad estendersi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato lo status di pandemia.
L’Italia è dichiarata zona rossa, zona protetta. E’ stata attuata una stretta da parte del Governo, un inasprimento delle misure restrittive per contenere il coronavirus.
Questo Tsunami mette a dura prova il Bel Paese. Il suo Sistema Sanitario Nazionale, veloce e scrupoloso nell’aver messo a punto un test per individuare i casi di contagio, sta cedendo. C’è il rischio che non regga.
La priorità, quindi, ora, è sicuramente sanitaria. Ospedali e reparti di terapia intensiva della Lombardia e altre regioni sono al collasso. L’impegno dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari è immenso. La loro dedizione e il sacrificio vanno al di là del dovere professionale, stanno dimostrando profonda sensibilità civica e solidarietà umana nell’affrontare il dramma che sta soffocando il Paese.
Se l’aspetto sanitario ci preoccupa ed allarma medici, infermieri, personale sanitario e tutti coloro che sono impegnati in prima linea in questa guerra, l’aspetto economico non è da meno poiché il coronavirus sta intaccando il benessere delle famiglie, degli individui e delle imprese. E’ un problema italiano, un problema non solo del Nord produttivo, ma della Nazione.
Vediamo più da vicino quali potrebbero essere gli effetti economici derivanti da un’epidemia come il coronavirus e quali misure potrebbero rispondere con successo all’emergenza. Rispondere ora a questi interrogativi potrebbe essere in parte prematuro, ma sulla base di esperienze passate cerchiamo di prefigurare alcuni scenari.
Le restrizioni poste in essere per arginare questa epidemia e i costi affrontati per la cura delle persone malate, le misure di contenimento del contagio, la spesa per i dispositivi medico-sanitari e per gli straordinari del personale ospedaliero faranno pagare all’Italia un prezzo molto salato. E’ un impatto senza precedenti e l’emergenza potrà far precipitare il Paese in una nuova recessione: le misure adottate per contenerla causeranno nel breve periodo una flessione del PIL.
La portata dell’impatto economico dipenderà dall’entità del contagio: un’epidemia devastante avrà come conseguenza un effetto devastante sul PIL.
Nel breve periodo, un virus contagioso ma poco fatale è più dannoso per l’economia di un virus molto letale ma poco epidemico perché è in grado di generare shock più devastanti sia nei consumatori sia nelle imprese. L’effetto di lungo periodo, invece, dipende dalla riduzione permanente dell’offerta di lavoro e quindi dalla letalità dell’epidemia.
L’entità dell’impatto e dell’inflazione determineranno danni di tipo indiretto relativi alla riduzione dell’offerta di lavoro, alla minore produttività e ai maggiori costi per le imprese. In relazione alla domanda assisteremo ad un cambiamento: ci saranno un impatto sui gusti e sulle scelte dei consumatori e un calo di richieste nei settori a rischio come il turismo, lo svago, la ristorazione e beni non essenziali .
Non dobbiamo sottovalutare anche l’effetto sul commercio internazionale che avrà un impatto più forte rispetto a quello sul PIL: ci sarà una contrazione degli scambi internazionali.
Il timore circa le conseguenze del Covit-19 avrà sicuramente effetti rilevanti sull’economia globale, ma non è la prima volta che accadono emergenze di questa entità. La Storia ci ha insegnato a guardare avanti e a seguire le riprese del ciclo economico che hanno consentito di recuperare il terreno perduto.