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SALVIAMO I BAMBINI: VITTIME DELLE EMERGENZE UMANITARIE

Guerre, siccità, disastri naturali e crisi umanitarie stanno sconvolgendo la vita dei bambini. Il supporto materiale e psicologico di Save the Children e le esortazioni del Papa.

Le emergenze umanitarie a causa dei cambiamenti climatici o lo scoppio delle guerre nel mondo colpiscono la serenità e la sicurezza delle persone di tutte le età. Ma i bambini e bambine sono i soggetti più vulnerabili. Sono gli inconsapevoli protagonisti degli eventi. Problematiche di cui spesso si dimentica o si ignora l’esistenza. E quindi la necessità di intervenire con il supporto materiale e psicologico da parte di tutti e da parte degli operatori di Save the children che denunciano le emergenze. Come anche il Papa che in un’omelia domenicale ha esortato il mondo a prendersi cura degli adolescenti per garantire loro un futuro di speranza. Garantire loro il cibo, acqua cure mediche e rifugi temporanei. Ma soprattutto mantenere una vita serena dove i bambini possano crescere, giocare, socializzare e vivere la loro età.  Nella speranza che i traumi subiti non comportino rischi inesorabili sulla loro crescita fisica e mentale.

LE CONSEGUENZE DELLE GUERRE SULLA SALUTE MENTALE DEI BAMBINI

I conflitti armati in Ucraina come in altri territori nel mondo provocano sofferenze nei confronti dei minori. Sono oltre 449 milioni di bambini vivono in una zona di guerra. “Un bambino su 6 in tante parti del mondo cresce in una zona di guerra” Alcuni non hanno conosciuto altro che violenze o campi profughi, da quando sono nati. Sono i testimoni inconsapevoli di eventi traumatici a livelli estremi di violenza, che perdono le persone più care, sono costretti a scappare dai luoghi di pericolo subendo traumi che segneranno il percorso della loro vita. La loro vita quotidiana viene brutalmente interrotta e le conseguenze emotive e psicologiche che devono affrontare sono gravi. I dati che provengono dal  rapporto “The Forgotten Ones”, lanciato nell’ambito della campagna di Save The Children “Bambini sotto attacco” sono spietati. Ansia, solitudine, insicurezza, aggressività, sintomi psicosomatici, autolesionismo sono i drammatici impatti fisici e psicologici della guerra sui bambini e le gravi conseguenze sulla loro crescita. Gli attacchi alle loro case, alle scuole, alle strutture sanitarie e ad altre infrastrutture civili fanno sì che bambine e bambini sono costretti a vivere in una paura costante che potrebbe perseguitarli per il resto della loro vita.

I TERREMOTI IN SIRIA E TURCHIA

I devastanti terremoti in Turchia e Siria hanno peggiorato le condizioni delle famiglie siriane alle prese con l’aumento del costo della vita, la perdita di reddito e il sistema sanitario ridotto al limite. Ma soprattutto hanno esposto alla malnutrizione un numero ancora maggiore di bambine e bambini. In Siria, ad esempio, degli 8,8 milioni colpiti dal terremoto ben 3,7 milioni erano bambini e donne incinte

Prima che del primo devastante terremoto in Siria, circa 1 bambino su 4 di età inferiore ai cinque anni, ovvero più di 600mila minori, era già affetto da arresto della crescita. Il terremoto provocherà conseguenze devastanti sullo sviluppo fisico e cognitivo di milioni di minori. Perché i bambini e le bambine malnutriti corrono anche un rischio maggiore di ammalarsi gravemente o persino di morire se contraggono il colera, che si diffonde nel Paese.

La crisi climatica e l’ EMERGENZA ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA

In questi ultimi giorni l’Emilia-Romagna è stata colpita duramente da alluvioni e franesenza precedenti, che stanno causando morti, feriti e un alto numero di sfollati tra la popolazione. Sono più di 200 mila i minori che vivono nelle zone colpite dalledrammatiche alluvioni. Bambini e bambine che stanno sperimentando da giorni la paura, l’incertezza, il cambiamento di vita in seguito agli eventi climatici estremi e alle loro conseguenze. Per alcuni di loro, l’alluvione di questi ultimi giorniha determinato l’abbandono delle proprie case e nella chiusura delle scuole, elementi che, insieme al trauma per eventi climatici così violenti, costituiscono fattori che gravano sul loro benessere psico-sociale e a cui occorre dare priorità.

Come anche le inondazioni che hanno colpito la provincia del Sud Kivu, dimostrano ancora una volta che le comunità più vulnerabili del mondo, inclusi i bambini e le bambine, stanno sopportando il peso della crisi climatica

È necessario intervenire a tutti i livelli con un sostegno adeguato. Attraverso le donazioni. L’intervento di specialisti di salute mentale, medici e il supporto psicosociale per rafforzare in loro la salute mentale, il benessere psicosociale e la resilienza. Ma soprattutto politiche attive che coinvolgono tutti i grandi del mondo. Perche la preparazione e l’adattamento a questi eventi meteorologici estremi devono diventare una priorità.

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