Dobbiamo considerare la crisi climatica come un dato di fatto e ciò è testimoniato da eventi naturali come la frequenza e la violenza con cui si stanno verificando anche in questi giorni fenomeni climatici estremi, da cambiamenti comportamentali nelle abitudini migratorie e riproduttive di numerose specie animali oltre ai dati tecnici derivanti da misurazioni strumentali.
La scorsa estate è stata la più calda della storia europea: il mese di luglio ha fatto registrare 2,26 gradi di innalzamento delle temperature rispetto alla media italiana dal 1800, anno dal quale ha avuto inizio la registrazione di tali dati.
La comunità scientifica si trova concorde nel ritenere le attività umane responsabili dei cambiamenti climatici, in particolare causa prioritaria è costituita dall’aumento dei gas serra immessi nell’atmosfera la cui concentrazione ha raggiunto livelli record: rispetto ai livelli preindustriali il livello di anidride carbonica ha raggiunto un aumento di circa il 150%, il metano del 262% e il protossido di azoto del 123%.
La concentrazione di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera viene misurata dall’ agenzia governativa americana Mauna Loa Center del NOAA ( National Oceanic and Atmospheric Administration) la quale ha comunicato che nel maggio 2022 la media era stata di 420,99 parti per milione, una concentrazione che non si registrava da almeno 650 mila anni.
Proprio l’aumento esponenziale di CO2 determina l’innalzamento globale della temperatura che, conseguentemente, causa con sempre maggior frequenza inondazioni, siccità, dissesti idrogeologici, diffusione di malattie, crisi dei sistemi agricoli, crisi idrica, estinzione di alcune specie animali e vegetali: dati preoccupanti che rendono indispensabile un’inversione di rotta.
Per combattere il cambiamento climatico ed assicurare un futuro al nostro Pianeta dovremo raggiungere entro il 2050 una nuova impostazione dell’economia, affinchè sia sostenibile, equa e non fondata sul carbonio di origine fossile, ma in grado di resistere a quel livello di cambiamento climatico a cui non possiamo più sottrarci, ma solo contenere ed evitare di accentuare.
A tal fine a livello internazionale vengono proposte forme di efficienza energetica per ridurre le emissioni di CO2 e la conversione della produzione energetica verso fonti rinnovabili come l’energia solare ed eolica, sono, inoltre, suggerite strategie di adattamento al cambiamento climatico per salvaguardare gli ecosistemi a rischio.
Il contributo di ognuno di noi è fondamentale in quanto l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2050, pone, come traguardo intermedio entro il 2030, la riduzione delle emissioni e del gas serra di almeno il 55%, quindi puntando sull’efficienza e sul risparmio energetico riusciremo a dare il nostro contributo alla difesa del clima e al futuro del Pianeta.