E’ stato realizzato un referendum, in Italia tra il 2 e il 3 giugno 1946, per scegliere il futuro sistema di governo. C’erano, in un Paese lacerato dalle conseguenze della seconda guerra mondiale, 2 opzioni: mantenere la Monarchia, che aveva regnato fino a quel momento, o scegliere la Repubblica. I risultati, proclamati il 18 giugno di quell’anno, hanno constato che 10.718.502 cittadini avevano votato a favore della prima, 12.718.641 della seconda e 1.498.316 non si erano espressi, annullando la scheda elettorale o lasciandola in bianco. I nostri connazionali avevano scelto contemporaneamente i membri dell’Assemblea costituente (maggioranza relativa, di 207 deputati su 556 totali, ottenuta dalla Democrazia Cristiana).
L’istituzione della ricorrenza
E’ stata stabilita, a partire dal 2 giugno 1948, la Festa della Repubblica, annullata nel 1976 a causa del terremoto in Friuli e posta, dal 1977, nella prima domenica di giugno. I legislatori hanno voluto evitare in tale modo la perdita, nella settimana in cui capitava la ricorrenza, della giornata lavorativa con conseguenze negative per l’economia. Le celebrazioni ufficiali sono state ristabilite il 2 giugno, nel 2000 dal secondo governo guidato da Giuliano Amato, su iniziativa dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Festeggiamenti nella capitale. Si è svolta, questa mattina a Roma, la settantatreesima celebrazione. Il capo dello Stato ha deposto una corona di alloro davanti al Milite ignoto. Erano presenti anche le altre cariche istituzionali e i vertici delle Forze Armate, le cui componenti hanno sfilato davanti ai vertici della politica. Le Frecce Tricolori hanno sorvolato poi i Fori Imperiali. Sergio Mattarella ha ricordato ieri, in occasione dell’evento odierno, l’incompatibilità della libertà e della democrazia con chi “punta a creare opposizioni dissennate fra le identità, con chi fomenta scontri, con la continua ricerca di un nemico da individuare” e “con chi limita il pluralismo”.