Hai fame? Ordini su Just eat. Hai bisogno di qualcosa? Con Prime ti arriva in un giorno. La musica? Quella che vuoi, dove vuoi, quando vuoi. Oggi è tutto più semplice e accessibile, le barriere abbattute e i tempi azzerati. Nulla di male, anzi, chi non ci avrebbe messo la firma per avere tutte queste cose. Il problema sorge nel momento in cui, poiché abbiamo a disposizione servizi in tempo zero, crediamo che anche la nostra vita corra in tempo zero, costringendo anche noi ad azzerare i tempi. A un’idea corrisponde un’azione, ma tendiamo sempre più a tagliare ciò che ci sta in mezzo: la riflessione. In tutti noi si sta attivando il servizio prime, che annulla spese e tempi di riflessione. Riflettere fa la differenza tra mandare a quel paese con gli amici un professore e picchiarlo per un brutto voto. Pensare fa la differenza tra condividere una fake news e aprire il link per constatare che sia una notizia attendibile. Fa la differenza tra suicidarsi e affogare i pensieri nel gelato se veniamo lasciati.
Come recuperiamo la riflessione? Imparando a conoscerla. Conoscerla significa osservare esempi di chi la riflessione la attua in modo esemplare, conoscere significa leggere, guardare film, imparare l’arte, la filosofia, la musica. Chi legge sa che Don Chisciotte sfida i mulini a vento perché è pazzo, non perché ha ragione. Chi legge sa che Ulisse non torna Itaca e cerca una vendetta immediata che lo avrebbe condotto alla morte, ma studia un piano per sbarazzarsi dei Proci senza rimetterci. Se leggi sai che Don Camillo e Peppone hanno idee diverse, ma nel momento del bisogno uniscono sempre le forze invece che darsele anche nella tragedia. Imparando a conoscere l’arte si scopre che esiste anche l’eternità oltre che l’immediatezza. Studiare filosofia perette di capire che la vecchia storia che il fenomeno è solo ciò che appare e non la realtà delle cose non era solo la filastrocca preferita di Kant.
Per fortuna le case di produzione oggi hanno deciso di puntare su serie tv di qualità elevatissima (no amici nostalgici, Happy days non è fatta meglio di Dottor House o di Narcos). La scelta di abbandonare le sitcom per abbracciare sceneggiature estremamente elaborate e ricche di colpi di scena aiuta e aiuterà molto a imparare a riflettere. Sì, perché Dr. House che deve scegliere tra una dipendenza e la felicità non vale meno di un personaggio letterario di fronte alla stessa scelta, lo Sherlock Holmes di Cumberbatch che deve scegliere se uccidere suo fratello o permettere che un aereo di linea precipiti sopra una città non vale meno di Amleto e del suo famoso dubbio. Certo, leggere invece che guardare una serie Tv vi insegna a padroneggiare un italiano migliore, ma a livello di trama, di conflitto emozionale, non c’è molta differenza.
Bisogna imparare a pensare sempre, revocate l’abbonamento prime che annulla le spese di riflessione. Solo pensando si diviene padroni della propria vita, altrimenti le emozioni sceglieranno al posto nostro. Trovare spazio nel cloud per i sentimenti, ben diversi dalle emozioni perchè necessitano di essere coltivati, e mentre l’emozione, svanisce il sentimento non vi lascia soli. Il flusso di informazioni che quotidianamente giungono alla nostra mente è incredibile, inavvicinabile da qualunque epoca storica. Riflettere significa vagliare queste informazioni, capire quali trattenere e quali considerare spazzatura. L’Italia viene da 2500 anni di cultura, ma la maggior parte degli Italiani non legge più di un libro all’anno. Se ognuno di noi conoscesse anche solo un decimo della cultura del nostro paese quante fake news, quanta superficialità e quanti atti violenti verrebbero evitati…