La rappresentazione, il cui grande successo è stato sottolineato da tredici minuti di applausi, è stata diretta dal maestro Riccardo Chailly che, prima dell’inizio, ha eseguito con l’orchestra della Scala l’Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia in onore della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, insieme con la premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco di Milano e il presidente di Regione Lombardia, hanno presenziato sul palco reale.
Al suo ingresso nel palco d’onore, il Capo dello Stato è stato accolto dal pubblico in piedi con un applauso di cinque minuti.
L’omaggio alla prima dell’opera è stato invece reso con un lunghissimo applauso di tredici minuti e nessun fischio dal loggione.
In piazza della Scala si sono registrate proteste da parte della comunità ucraina per la scelta dell’opera russa, peraltro decisa ben tre anni fa. A tal proposito la premier Giorgia Meloni, ha detto ai cronisti: “Conoscete la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un’altra cosa e ritengo che non bisogna fare l’errore di mescolare dimensioni che sono diverse. Noi non ce l’abbiamo con il popolo russo, con la storia russa, noi ce l’abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. E’ una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni separate”. Anche il direttore del teatro, Dominique Meyer le ha fatto eco ribadendo:” Presentiamo un capolavoro della storia dell’arte. Non significa che sia un appoggio alla politica russa. Sono delle cose diverse”.
Trama dell’opera: Boris Godunov, la follia del potere
Ambientata in Russia tra il 1598 e il 1605, nel cosiddetto “periodo dei torbidi” in cui il figlio legittimo di Ivan il Terribile, Zarevic Dmitrij Ivanovic, erede al trono, viene ucciso in circostanze misteriose. Assume il comando del regno il fratello Fedor I dimostrando ben presto di non essere all’altezza del compito. Così Boris Godunov diventa Zar di tutte le Russie, portando sulle spalle il peso di essere il successore di Ivan.
A questo punto entra in scena un giovane monaco, Grigorij, che dopo una fuga avventurosa da un convento assume l’identità fittizia di Zarevic Dmitrij. Con tale espediente Grigorij convola a nozze con Marina Mniszech, nobile polacca. Dopo una serie di eventi e colpi di scena, la situazione precipita, infatti Boris Godunov, ormai in preda alla pazzia, muore, designando il figlio Fedor come successore.
Il cast
Tutti gli interpreti sono di origine russa, a partire dal protagonista, IldarAbdrazakov. Nell’opera un ruolo fondamentale è svolto dal coro, che rappresenta il popolo. Tutti gli altri interpreti costituiscono i migliori artisti del repertorio russo: di particolare rilievo il tenore russo Dnitrij Golovnin che ha interpretato il ruolo di Grigoriju, e di Ain Anger, di origine estone, che ha svolto il ruolo del narratore Pimen. La regia è stata affidata a Kasper Holten, al suo debutto alla Scala.
Le versioni del Godunov
Così come è stata complessa l’elaborazione della trama, anche la rappresentazione è stata articolata secondo due versioni, la prima delle quali risale al 1869, molto concentrata sugli intrighi di palazzo, la quale, però, dovette attendere 50 anni prima di essere portata in scena. La seconda versione è del 1871, include nuovi elementi rispetto al dramma originale e fu diffusa anche in Italia ai primi del Novecento e negli anni Trenta. La prima rappresentazione fu a Milano al Teatro alla Scala nel 1909 sotto la direzione di Arturo Toscanini.