I nuovi rischi
regionali e mondiali in seguito alle scelte americane a favore di Israele
Le scelte di politica
estera degli Stati Uniti rischiano
di generare gravi conseguenze. Lo spostamento dell’ambasciata americana, da Tel Aviv a Gerusalemme, deve essere aggiunto al riconoscimento, voluto da
Donald Trump, della sovranità israeliana sulle Alture del Golan appartenenti alla Siria e all’inserimento delle Guardie
Rivoluzionarie dell’Iran nella lista, delle organizzazioni terroristiche, stilata
da Washington. Le azioni compiute sono contrarie al diritto internazionale, poiché i confini altrui non possono essere
decisi da singoli governi al pari della considerazione, in qualità di elementi
pericolosi, di componenti di eserciti ritenuti ostili.
I nuovi rischi. Potrebbero emergere pertanto reazioni
pericolose, per la pace regionale e
mondiale, a causa della situazione creata che si intreccia con alleanze
consolidate. Non c’è solo quella tra il premier ebraico e il tycoon
d’oltreoceano, ma anche l’asse contrapposto istituito da Teheran, Damasco, Mosca e Pechino. Un conflitto nell’area sarebbe
inimmaginabile non solo quindi per l’attuale assetto geopolitico, ma anche per
le conseguenze deleterie, verso l’Occidente
e altre parti del globo, di una ipotetica nuova crisi petrolifera derivante da
eventuali azioni belliche nei confronti del paese dei Pasdaran. Il loro esercito
sostiene quello del presidente Bashar al
– Assad. Viene colpito pertanto da
tempo sul territorio di quest’ultimo, dai jet di Benjamin
Netanyahu al fine di “tutelare la sicurezza nazionale”, senza alcuna
condanna del mondo. La paralisi del Consiglio di sicurezza dell’Onu, a
causa del potere di veto dei suoi 5 membri permanenti, crea forti difficoltà nella
corretta gestione della situazione e di tantissime altre crisi che vediamo
moltiplicarsi in tutto il pianeta.