Elisa Maceratini: «È necessario studiare un progetto che abbia un’analisi partecipata ed integrata della struttura e del suo contesto, basata su fattori fisico-spaziali, socio-economici ed ambientali»
Il patrimonio architettonico italiano è divenuto ormai vetusto con il passare degli anni ed è necessaria un’urgente manutenzione per una conseguente valorizzazione. Purtroppo stiamo vedendo diverse realtà immobiliari italiane completamente abbandonate a se stesse, diventando anche un pericolo per l’incolumità delle persone. Questa diversificata ricchezza del patrimonio architettonico italiano potrebbe trasformarsi in un autentico volano economico per creare ricchezza e aumentare l’occupazione. Con Elisa Maceratini, architetto urbanista, Dottore di ricerca in Riqualificazione e Recupero Insediativo, consulente internazionale in urbanistica e progettazione per agenzie multilaterali (Banca Mondiale, Banca Africana di Sviluppo e Banca Asiatica di Sviluppo), chaiperson for Social Innovation del Women Economic Forum e rappresentante YP (Young Professionals) YEFCA (European Federation of Engeneering Consulting Associations), vogliamo conoscere alcune particolarità della nuova edilizia del XXI secolo, senza dimenticare le sfide economiche da affrontare.
Il patrimonio architettonico con quali criteri si potrebbe recuperare seguendo le esigenze della popolazione?
Il recupero del patrimonio architettonico potrà rispondere effettivamente alle esigenze della popolazione solo se sarà progettato a partire da una solida analisi partecipata ed integrata della struttura e del suo contesto, basata su fattori fisico-spaziali, socio-economici ed ambientali e costruita mediante il coinvolgimento diretto di cittadini, Istituzioni, comitati, e tutti gli attori coinvolti.
Lavorare sul recupero architettonico di vecchie strutture in che modo rilancia il settore dell’edilizia?
Il recupero delle strutture esistenti implica una progettazione architettonica innovativa, fondata sui concetti di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il settore dell’edilizia, per rilanciarsi, deve passare da un approccio quantitativo (tipico delle fasi di espansione urbana) ad un approccio qualitativo, basato sull’innovazione tecnologica, l’impiego dei materiali naturali e il riuso delle risorse esistenti.
Qual è il ruolo economico del recupero del patrimonio architettonico per le imprese del settore edilizio?
Il ruolo economico del recupero è al tempo stesso quello di meccanismo propulsore di innovazione e sviluppo tecnologico e di “sistema interruttore” nei confronti di un’economia edilizia ormai obsoleta.
Le scelte degli architetti in che misura possono influenzare i nuovi modelli di edilizia?
Le loro scelte possono avere un impatto molto forte, conducendo alla riqualificazione e alla trasformazione invece che all’espansione urbana e stimolando l’impiego di materiali e tecniche più sostenibili. Perché l’impatto di queste scelte sia effettivo è però necessario e urgente che vengano supportate dal sistema politico e normativo.
Quale beneficio possono registrare imprese e cittadini con un piano straordinario di riqualificazione urbana del patrimonio architettonico?
I benefici possono essere di vario livello, da quello socio-economico a quello ambientale, e riguardare sia i privati, sia la collettività. I cittadini possono usufruire di facilitazioni ed incentivi statali per la riqualificazione di beni immobili, con un conseguente aumento delle opportunità di lavoro per le imprese del settore edile che hanno registrato un drastico cambio di paradigma.
Che cosa conviene riqualificare alle imprese? Quali sono i vantaggi economici?
L’efficienza energetica e la sicurezza statica e sismica del patrimonio architettonico esistente sono sicuramente due settori sui quali puntare in questo momento, come evidenziato anche dal Rapporto dell’Osservatorio congiunto su Innovazione e Sostenibilità nel Settore Edilizio (OISE, 2016) che attribuisce ad essi circa il 70% del mercato edilizio complessivo.
La riqualificazione è una scelta economica passata in secondo piano negli ultimi anni. Perché si è pensato a costruire quando c’era un patrimonio architettonico da recuperare?
Recuperare il patrimonio esistente implica un rinnovamento radicale del concetto di sviluppo e di crescita urbana; implica capacità di visione a lungo termine; implica investimento su ricerca e innovazione. Continuare a costruire era evidentemente per alcuni la strada più semplice e conveniente da percorrere, tralasciando di valutare il suo impatto negativo per la collettività.
Il nuovo modello dell’edilizia coinvolge la green economy. Che ruolo assume nel XXI secolo? La green economy ha assunto un ruolo da protagonista e le imprese, per avere un ruolo anch’esse nell’economia edilizia, devono entrare a farne parte, adottando standard ambientali elevati (sia nei processi produttivi, sia nella progettazione dei prodotti), puntando su riqualificazioni energetiche e soluzioni per la bioedilizia.