La festa era dedicata a Conso, la divinità romana della terra e della fertilità e aveva lo scopo di fornire un adeguato periodo di riposo (denominato anche Augustali) necessario dopo le grandi fatiche profuse nei campi durante le settimane precedenti.
Nel corso dei festeggiamenti imperiali venivano organizzate corse di cavalli, mentre gli animali da tiro venivano dispensati dal lavoro ed agghindati con fiori. Il “Palio dell’Assunta che si svolge a Siena il 16 agosto rievoca questa tradizione in modo sostanzialmente immutato. La stessa denominazione “palio” deriva da pallium, il drappo di stoffa pregiata che costituiva il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli dell’Antica Roma.
In occasione del Ferragosto i lavoratori facevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; l’usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.
Originariamente la festività ricorreva il primo agosto. Lo spostamento è dovuto alla Chiesa cattolica che volle far coincidere la festività laica con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria.
Il ferragosto nel periodo fascista
Nel corso del ventennio fascista nacque invece la tradizione popolare della gita turistica di ferragosto. Infatti, a partire dalla seconda metà degli anni venti, il regime offrì la possibilità alle classi sociali meno abbienti di raggiungere le città d’arte e le località marine o montane a prezzi fortemente scontati grazie all’istituzione dei “Treni popolari di Ferragosto” che comprendevano le due formule della “Gita di un sol giorno”, nel raggio di circa 50 – 100 chilometri e della “Gita dei tre giorni” con raggio di circa 100 – 200 chilometri.
Grazie a questa iniziativa la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di vedere con i propri occhi il mare, la montagna e le città d’arte. Nondimeno, poiché le gite non prevedevano il vitto, nacque anche la collegata tradizione del pranzo al sacco, ancora oggi molto viva e diffusa.
Il ferragosto nella cultura di massa
In Lombardia e in Piemonte, fino ai primi decenni del XX secolo era usanza dei datori di lavoro “dare il ferragosto” che consisteva nel donare emolumenti in denaro o in beni commestibili ai dipendenti in modo che potessero trascorrere lietamente il giorno di Ferragosto con le loro famiglie.
A Torino, fino alla metà del XX secolo, molti cittadini si recavano, per pranzare al ristorante o al sacco, nel parco in riva al Po. Tale usanza era denominata in piemontese “Festa dle pignate e la Madòna del Pilon”, ovvero “Festa delle pentole alla Madonna del Pilone”.
A Messina il 15 agosto si svolge la processione della Vara di Messina dedicata alla Madonna Assunta.
A Porto Santo Stefano il giorno di ferragosto si svolge il Palio Marinaro dell’Argentario, antica gara remiera.
A Montereale, nel prato adiacente all’Abbazia della Madonna in Pantanis, il giorno di Ferragosto si svolge la gara poetica tra cantori a braccio.
La smorfia napoletana assegna al Ferragosto il numero 45.
A Pozzuoli il 15 agosto si tiene una sfida chiamata “O Pennone” o Palo di Sapone dove i concorrenti devono riuscire ad arrivare in cima e recuperare una bandierina sul palo cosparso di sapone.
Infine da ricordare che in numerose località balneari vengono organizzati i fuochi artificiali sul mare.
E ora non mi resta che augurare a tutti i lettori di trascorrere un Buon Ferragosto con la propria famiglia e gli amici più cari!!