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Scuola

OBDURA

“Sembra quasi di stare sott’acqua, dove i suoni si attutiscono e le urla da fuori non si sentono, ma le emozioni sembrano ancora più forti. Si è costantemente immersi in una realtà che nessuno di noi conosceva e si fa fatica a respirare.”
di Anna Lomartire (St.ssa Liceo Foscolo Pavia)

da pixabay.com

Dicono che noi giovani ce la stiamo facendo ed è vero, ma io temo che durante questo anno e mezzo abbiamo perso più di quanto abbiamo acquisito.

Penso che ci stiamo dimostrando più forti di quello che gli altri credevano, e sinceramente anche di quello che noi stessi credevamo.

Alcuni dicono anche che “non ci rendiamo conto” della gravità della situazione, eppure siamo a conoscenza di quello che ogni persona ha dovuto affrontare in questo periodo.

E poi anche a noi sono stati tolti degli aspetti importanti della nostra vita e per la nostra crescita come la socialità, gli interessi personali ecc…

Noi ragazzi ci sentiamo fragili, ma ci sforziamo continuamente di andare avanti, un po’ come Catullo quando ripeteva a se stesso “obdura” un assai elevato numero di volte sperando di finire per resistere veramente e uscire vincitore dal suo sventurato amore.

Ecco, le opere di Catullo sono alcune delle cose che ho imparato quest’anno. Infatti la scuola non si è fermata e questa è una grande fortuna, ma bisogna ammettere che non è facile relazionarsi con i professori e interessarsi a nuove materie attraverso uno schermo.

Ci sono troppi filtri e c’è troppa distanza per poter fare scuola come ce la ricordiamo. Sembra banale ma una delle cose che mi mancano di più della vita pre-Covid sono gli imprevisti, che permettevano che ogni giornata fosse diversa dalla precedente e che magari cambiavano completamente il nostro umore. Noi ragazzi abbiamo resistito a tutto questo, ma non senza fatica e non senza sentire che ci stavamo e ci stiamo spegnendo ogni giorno di più.

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