Si è già trattato in precedenza dei rischi legati alle relazioni nate su internet. Questi rischi comprendono il catfishing, di cui si è già scritto, ma non si limitano a quest’ultimo. Si tratta di un tema molto ampio e complesso poiché ricco di sfaccettature, di risvolti positivi ma anche negativi, che possono riguardare sia l’esordio che l’epilogo di un rapporto.
Quando si parla di relazioni, infatti, molti sono i modi in cui possono iniziare e quelli in cui possono invece concludersi. Una di queste è il ghosting.
Si tratta di un fenomeno non soltanto moderno, in cui uno dei due partner sparisce, come un fantasma, mettendo fine al rapporto senza alcuna spiegazione, lasciando l’altra persona non solo con la sofferenza di una separazione, ma anche con l’impossibilità di darsi una spiegazione di quanto accaduto.
Anche prima dell’avvento di internet, dei cellulari, degli sms, il ghosting era “praticato” poiché, una volta stanchi del rapporto, i partner potevano sparire senza lasciare traccia e senza la possibilità di essere rintracciati con i moderni strumenti che mettono in collegamento non solo persone relativamente già vicine tra loro, ma anche individui collocati in luoghi opposti del mondo. Ovviamente un tempo questo fenomeno non era riconosciuto come tale né categorizzato, poiché la mancanza di contatti si verificava quasi con naturalezza, causando sofferenza, sperimentata in maniera diversa, come una situazione però più comune.
Oggi il ghosting si è complicato, perché in un modo o nell’altro tutti sono raggiungibili, anche quando qualcuno decide di sparire, la speranza di ritrovarlo, usando ad esempio un profilo social falso, non scompare necessariamente insieme a lui.
Il ghosting, infatti, si verifica quando una persona smette completamente di rispondere a chiamate, messaggi, cancellando l’amicizia, bloccando o non seguendo più qualcuno come follower. Oggi, effettivamente, sono questi i segnali di un abbandono vero e proprio.
Ciò che rende allettante questa modalità è la semplicità del “tirarsene fuori”, bastano dei semplici click per attuare questa condotta comoda e veloce. Si evita il gesto più complicato e doloroso di dover comunicare all’altro qualcosa di spiacevole, esponendosi anche con le proprie fragilità. In realtà, infatti, il fenomeno dà molte informazioni su chi lo mette in atto.
Chi si comporta in questo modo esprime un sistema di credenze personali complesso, nasconde possibili traumi passati, vissuti di abbandono o insicurezza personale, che trovano nel silenzio la modalità privilegiata per evitare responsabilità e conflitti derivanti dalle proprie scelte.
Ci sono profili che mostrano maggiore tendenza al comportamento di fuga improvvisa e silenziosa.
Coloro che sono alla ricerca di una persona non da amare, ma che sia utile; qualcuno che risponda al proprio bisogno di essere riconosciuto: i narcisisti, che tendono a non mostrare alcuna empatia, che possono oscillare tra un coinvolgimento estremo al suo estremo opposto, distacco e freddezza.
D’altra parte anche da chi risulta misterioso o ha la tendenza a mentire e tenere segreti molti aspetti di sé, ci si può aspettare che scompaia all’improvviso, soprattutto se la relazione inizia a farsi via via più intima, mettendo a rischio il proprio bisogno di riservatezza.
Chi subisce il ghosting invece, non è subito consapevole di quello che sta per accadere. Può esserci confusione all’inizio, la tendenza a voler trovare delle spiegazioni che possano giustificare l’assenza dell’altro, motivazioni esterne, non attribuendo colpe. A volte è meno doloroso pensare che sia successo qualcosa di brutto all’altro, piuttosto che ammettere che sia scomparso volontariamente.
La consapevolezza dell’abbandono arriva solo in un secondo momento, scatenando una serie di possibili conseguenze nella vittima, dalla tristezza alla rabbia, dal senso di colpa alla frustrazione. Talvolta può causare un vero e proprio trauma, quando si ripercuote su personalità molto fragili, sensibili all’abbandono e predisposti a vissuti d’ansia e depressione.