Ma siamo davvero così impegnati?
Quante volte, anche a voi, sarà capitato di pronunciare frasi quali: – Una giornata da 24 ore non mi basta più! – Potrei dedicarti del tempo se solo avessi qualcuno a cui delegare; oppure, – Ti aiuterò non appena terminato questo/quello (e la lista si allunga sempre più…)
Ma siamo proprio sicuri sia davvero così? Siamo sicuri di non aver mai tempo per nulla che non sia sulla nostra agenda?
La giornalista Brigid Shulte ha definito questa condizione come “tempo della sopraffazione”: troppe cose da fare in una sola giornata, troppe attività che si mescolano le une con le altre senza soluzione di continuità.
La comunicazione sta diventando funzionale a dimostrare quanto si sia impegnati; sembra una gara a chi riesce a star dietro a tutto senza fermarsi mai.
L’essere indaffarati diventa quasi una dote, un vanto, uno status symbol. Per taluni, penso che, poter evidenziare di aver la giornata “piena”, anzi “strapiena”, contribuisca alla realizzazione della propria immagine di sé facendoli sentire importanti.
Sono però convinta che se tutti controllassimo meglio le nostre agende e scoprissimo di avere 20/30 ore libere a settimana, probabilmente ci stupiremmo, o, più probabilmente non vorremmo crederci, perché avere del tempo libero ci terrorizzerebbe.
Pensare di essere di essere sempre super impegnati può essere considerata una forma di dipendenza, un altro modo per tenerci lontano da noi stessi, ma soprattutto dal tempo con noi stessi.
Consentitemi, perciò questo consiglio: Il primo passo per avere più tempo libero è non aver paura del tempo libero!