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Volontariato

L’inestimabile patrimonio della nostra società

Poli opposti o forse mondi più vicini di quanto si pensi, bambini e anziani sono le fasce della popolazione che più risentono di questa pandemia.

Fragili, già in condizioni normali, messi a dura prova dalle conseguenze del covid-19. La terza età è quella più bersagliata, senza se e senza ma, abbiamo perso esperienze, punti di riferimento, storie ed emozioni, una saggezza che spesso è carburante proprio per le nuove generazioni. 

Ci si è ricordati dei “vecchi” nell’emergenza, della loro importanza come nonni ma anche come genitori che badano ai nipoti. Intere famiglie smarrite, con figli a carico, smart working e chi più ne ha più ne metta, un caos che ha fatto capire a tutti quanto fosse importante la normalità.

Anziani soli che si sono trovati ancora più soli, costretti a fare a meno di quelle rare visite dove fare il pieno di calore, mentre il virus colpiva senza pietà e ci si rendeva conto dell’importanza del tempo perduto. Ci sono figli che non hanno potuto dare l’ultimo abbraccio ai genitori, pentimenti e rimorsi che urlano vendetta, nipoti che non riceveranno più l’ultima caramella dal nonno.

Il volontariato ha dato una grossa mano pratica: spesa, medicinali, mascherine, generi di prima necessità ma nulla è servito più di un sorriso (anche se coperto) e di uno sguardo (anche se da lontano). Le buone azioni hanno riportato gli anziani alla realtà, alla possibilità di un domani migliore anche quando il tempo, nella loro mente, sembrava essere ormai agli sgoccioli.

E poi ci sono i bambini, piazzati ancora di più davanti alla tv o al tablet, stavolta costretti a stare anche davanti ad un pc per seguire le videolezioni, un terremoto delle abitudini. Soli, senza l’abbraccio del compagno di scuola, soli con le proprie domande: “Cosa sta succedendo? Perché non posso uscire a giocare con i miei amici?”

(da: pixabay.com)

Il volontariato ha fatto quello che ha potuto, nel rispetto delle regole, fornendo spunti, libri, video ma anche momenti di condivisione virtuale, ha provato a spiegare ai bambini cosa stesse succedendo, li ha rassicurati ma li ha anche fatti distrarre. Il bambino di oggi è l’adulto di domani e un trauma nel suo percorso di crescita può essere davvero devastante.

genitori si sono accorti di quanto il loro fosse “il mestiere più difficile del mondo”, non hanno avuto più i ritmi serrati del lavoro e si sono trovati con le spalle al muro, con più tempo da dedicare ai figli e con maggiori responsabilità nei loro confronti.

Ci si è riscoperti figli a qualsiasi età, portatori di calore ed emozioni e quando ci si è ritrovati in famiglia ci si è avvicinati alla vera felicità, come eroi scampati ad una guerra sanguinosa. E allora via con i nuovi propositi, perché non ci possiamo più permettere di parcheggiare un anziano in una casa di riposo dimenticandosi di quanto ha fatto e continua a fare per noi, non possiamo trascurare la fascia di età più presente nel nostro Paese, il tempo è denaro e non è solo una frase fatta.

Non è proprio possibile pensare che i figli abbiano bisogno di noi soltanto ad intermittenza, crescono con noi e grazie a noi, forse, finalmente, abbiamo messo a posto le nostre priorità della vita?

Perché bambino non significa piccolo ma futuro, perché anziano non significa scomodo ma saggezza.

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