I libri senza parole possono aiutare a creare dei nuovi lettori in una società dove l’informazione passa solo attraverso anonimi schermi. Ma cosa sono di preciso i Silent Book? Come si leggono?
Abbiamo già detto che si tratta di libri privi di parole e corredati di immagini. Tra i termini usati per delineare questa particolare categoria abbiamo anche: Wordless Book, Silent Narratives e Wordless Picturebook. Ciò farebbe pensare a presunte origini inglesi o americane, ma non è così.
I primi successi dei romanzi senza parole si rintracciano negli anni Trenta. Il pioniere fu Frans Masereel (1889-1971), artista belga e genio della xilografia, noto al pubblico per aver illustrato opere di Wilde, Hugo e Tolstoj. Il suo famoso Mon Livre d’heuresrisale al 1919.
Masereel aprì la strada ad altri artisti come l’americano Lynd Ward Kendall (1905-1985) che firmò Vertigo (1937) e l’italoamericanoGiacomo Patri autore di White Collar (1940).
In Italia, il genere si diffuse grazie a Il palloncino rosso (1967) dell’artista Iela Mari (1931-2014).
Le storie disegnate non hanno delle vere e proprie regole di lettura. Conta dare sfogo alla fantasia e allo spirito di osservazione. Tuttavia possiamo elencare delle linee guida:
1) Osservare con calma.
2) Soffermarsi qualche minuto sui particolari per scoprire nuovi significati.
3) Osservare di nuovo tutto e concentrarsi sulla trama.
Il lettore può dare un’interpretazione personale. Lo scopo è suscitare curiosità e condivisione, si può leggere da soli o in gruppo per confrontare le chiavi di lettura. L’immagine, inoltre, rende i testi universali, abbattendo le barriere linguistiche. Si tratta di un grande strumento adatto a tutti i tipi di lettori capace di crearne di nuovi. Urge, quindi, un possibile utilizzo digitale per i giovani.