Politica

Le nuove sfide alla sicurezza internazionale

La decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal trattato INF, stipulato con la Russia nel 1987 e inerente all’abolizione dei missili strategici a medio raggio, genera nubi grigie sul futuro.

La decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal trattato  INF, stipulato con la Russia nel 1987 e inerente all’abolizione dei missili strategici a medio raggio,  genera nubi grigie sul futuro. La scelta di Donald Trump di accusare Mosca di presunte violazioni dell’intesa, che ha posto fine alla Guerra Fredda iniziata negli anni’60 tra la Casa Bianca e il Cremlino, crea rischi, assenti da 32 anni, per la sicurezza europea.

I nuovi pericoli tra Usa e Russia.  C’è la possibilità di una nuova corsa, tra le due superpotenze, volta ad acquisire ulteriori mezzi bellici non convenzionali. Tutti auspicano che il pentagono non decida di dislocare, in nessuna parte del mondo, vettori vietati dallo storico documento siglato da Michail Gorbaciov e da Ronald Reagan. L’eventuale concretizzazione della mossa potrebbe portare Vladimir Putin a puntare i suoi missili contro l’Occidente. Bisogna aggiungere a tutto ciò i tristi episodi che capitano spesso nello spazio internazionale, che sovrasta il mar Baltico, dove continuano le intercettazioni reciproche di aerei da guerra del tycoon e dello zar. Numerose volte sono stati evitati scontri tra coppie di jet a causa di iniziative, chiaramente provocatorie, che hanno portato i piloti a effettuare manovre “drastiche” per evitare il peggio. La situazione non è più tranquilla al di là della Manica, dove giungono periodicamente navi militari russe, in prossimità delle acque territoriali del Regno Unito, per testare le sue capacità difensive.

Le cause delle tensioni. I rapporti tra Downing Street e il Cremlino sono fortemente peggiorati in seguito all’accusa della premier, Theresa May nei confronti dei servizi segreti  della controparte, di aver attuato l’avvelenamento nel 2018 dell’ex agente del Kgb, Sergej Skripal, a Salisbury. La Gran Bretagna aveva definito l’azione come il primo uso di armi di distruzione di massa, sul suolo europeo, dalla fine del secondo conflitto mondiale. La presunta aggressività  russa rappresenta, tuttavia, la risposta alla volontà della Nato di espandersi, a partire dalla fine degli anni’ 90, verso est. L’ iniziativa è stata percepita come atto ostile rafforzato, inoltre, dalla volontà americana di dislocare lo scudo antimissile in Europa. Gli inquilini della Casa Bianca hanno motivato, tale necessità, col bisogno di tutelare gli alleati dagli “stati canaglia” appartenenti all’”asse del male” (Iraq, Iran e Corea del Nord). La dottrina della “guerra preventiva”, comunicata dall’amministrazione Bush Jr in risposta agli attentati dell’11 settembre 2001 contro gli Usa, ha generato il pretesto per avviare conflitti profondamente destabilizzanti.Le conseguenze. I contrasti tra le grandi potenze hanno generato la paralisi del Consiglio di sicurezza, delle Nazioni Unite, a causa del potere di veto dei suoi 5  membri permanenti. Sta venendo meno così il ruolo, del palazzo di vetro,  di garante della pace e della sicurezza mondiale, a scapito di un diritto internazionale palesemente inefficace nella prevenzione e nella risoluzione delle crisi esistenti. Queste ultime vengono usate, dalle grandi potenze, per scontrarsi “per procura” e per finanziare le proprie aziende, produttrici di strumenti di morte, a scapito di milioni di cittadini inermi.

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