La contemporaneità sta sfidando le vette raggiunte dall’arte, cercando di andare oltre le altezze alle quali si sono spinti gli artisti del passato, per non imitarne i passi ma per lasciare delle tracce nuove in modo da essere ricordati come precursori.
Si tende a innalzarsi verso l’estremo, cercando di stupire, rinnovandosi, giocando con il concetto, a spese dell’estetica a volte. Si nota all’opposto un’intesa, un interscambio tra arti e mestieri, così da poter creare opere all’avanguardia, capaci di sorprendere, meravigliare chi le osserva. Questo è il caso, ad esempio, di “Bene avrai”, il monumento realizzato daMichele Falciani, a commemorazione del Cinquecentenario dell’Apparizione della Beata Vergine Maria al Beato Mario Homodei, avvenuta il 29 settembre 1504. Un’opera che gioca con il buio e la luce… mentre di giorno si rendono noti tagli e forme plasmate, patinate, di notte le luci all’interno della scultura mostrano un disegno di luce. In una figura circolare, all’interno di un triangolo tre immagini, quelle dello Spirito Santo, della Madonna e di S. Michele Arcangelo si schiudono agli occhi, facendo da protagoniste, mentre dieci angeli e un gruppo di uccelli celebrano l’avvenimento.
Ideato nel 2005, è stato donato alla comunità di Tirano, città natale dell’artista, durante l’inaugurazione avvenuta nel 2010. «E’ la prima volta che faccio un lavoro in acciaio di queste dimensioni – spiega Falciani – L’opera è infatti composta da due dischi di metallo plasmati, battuti, incisi al plasma, verniciati con colori metallizzati, patina e applicazioni di foglia argento e oro zecchino bianco e rosso. I due dischi si uniscono assieme congiunti da un anello come due mani unite in preghiera. Questo monumento sorretto da un perno centrale esce da una macina di granito larga 130 cm e alta 80 cm». Aiutato nell’ideazione del progetto dai suoi due figli, un ingegnere meccanico e un architetto, dall’architetto Regonesi, con il sostegno della cittadinanza e delle Associazioni culturali oltre che dall’Officina Rossi Lovero e dall’Ufficio Tecnico Tirano, Falciani realizza nella pratica questo lavoro monumentale dopo aver sperimentato quasi tutti i giorni, dal 2007 al 2010, le tecniche di taglio, modellazione del metallo e taglio laser. Per un progetto così grande serve la collaborazione di differenti tipi di interventi: «L’operaioti indica come si può sviluppare una tua richiesta. L’artigianoti suggerisce come si può realizzare al meglio. – racconta Michele Falciani – Sei tu a scegliere come ottenere il risultato migliore a livello estetico. L’artistaha in mano il progetto e segue le sue intuizioni, si confronta con le maestranze, rielabora, esegue. Dove non arriva, fa fare».