Ecosostenibilità

LE 5 SCONFITTE (AMBIENTALI) DI QUEST’ANNO

Alluvioni, incendi e politiche che si accorgono troppo tardi che non stiamo facendo abbastanza, ecco il 2021.

Potrebbe essere un luogo comune pensare che il 2021 verrà ricordato nei libri di storia solamente per il Covid-19. L’emergenza sanitaria ha oscurato momentamente la ben più grave e antica crisi climatica ma, con la fine dell’anno, è forse giusto fare le somme di quello che è stato e chiedersi come vorremo fosse il 2022. Tra le tante tragedie eccone alcune che hanno segnato ben cinque eventi senza precedenti.

Aprile 2021: ciclone Seroja

Il 3 Aprile è individuato il ciclone tropicale Seroja, una forza distruttrice di catgoria 3 generata nel Mare di Savu che si muove verso le isole del Sud Est asiatico. Questa è una zona particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici e un evento del genere non si presentava da almeno 40 anni.

Mentre sull’arcipelago di Nusa Tenggara 181 persone perdeno la vita tra i detriti delle proprie case e le inondazioni dei fiumi, altre 67 restano vittime a Lambata dove, dal vulcano Lewotolok, le piogge hanno staccato una colata di lava indurita che ha distrutto decine di abitazioni. Nella vicina isola di Timor Est morivano altre 44 persone e veniva danneggiato il magazzino di stoccaggio delle scorte nazionali di vaccino anti Covid-19. Tra Indonesia e Timor sono decine di migliaia gli sfollati e quasi mezzo miliardo di dollari i danni subiti. Dopo aver mietuto quasi 300 vittime si ferma nove giorni dopo, domenica 11 Aprile, sulle coste australiane provocando danni al 70% delle abitazioni di Kalbarri e Northampton (AU).[1] I danni all’agricoltura saranno forse recuperabili nel medio periodo.

(da: Reuters.it)

Giugno 2021: caldo anomalo in Canada

Raggiunti i 50°C verso la fine di giugno, morte 569 persone per il caldo eccessivo, la maggior parte ultra settantenni. 

Nei primi cinque giorni di temperature estreme le forze dell’ordine di Vancouver registrano 130 morti improvvise, le altre aree colpite sono Seattle e Portland. Il 29 giugno il dramma: 10 morti ogni ora. Studi hanno dimostrato la stretta correlazione tra riscaldamento globale e questo picco di temperature, se non ci fosse l’attività dell’uomo a incidere nel clima si potrebbe fare una previsione circa la frequenza di un evento di questo tipo: 1 volta ogni 1000 anni. Al momento solo il tempo ci dirà con certezza se è stata solo sfortuna o invece causa diretta del global warming, anche se la prima ipotesi resta molto poco probabile ed è meglio prepararsi a un episodio all’anno. [2]   

Luglio 2021: indondazioni in Germania

I forti alluvioni che hanno colpito la Westfalia hanno causato la morte di 190 persone e ingenti danni ambientali a causa delle fuoriuscite di petrolio, combustile per il riscaldamento, prodotti chimici e altre scorie presenti nel sistema fognario. Il fiume Aller ha travolto abitazioni, veicoli e persone, trascinando rifiuti e tossine lungo le sue sponde, anche in aree adibite alla coltivazione.  

La Sardegna brucia

20.000 ettari distrutti in una settimana, carcasse di animali e greggi bruciati in uno scenario apocalittico che impigherà non meno di 15 anni a riprendersi. Distrutto anche l’olivastro millenario di Cuglieri (circa 4000 anni), aziende e case. Forse la situazione si sarebbe potuta contenere ma il cambio delle temperature, che favoriscono gli incendi, e una sbagliata gestione del territorio hanno impedito di salvaguardare un territorio che ora conta oltre un miliardo di euro di danni.

Novembre 2021: COP26, Glasgow

In primo luogo la conferenza ha dichiarato il fallimento dell’Accordo di Parigi in quanto le “Regole” ancora non sono state finalizzate e di conseguenze attuate. Il punto di non ritorno era non superare i 2°C di innalzamento delle temperature ma si sono accorti che con questo sfruttamento delle risorse entro il 2050 si supererebbero i 3°C. La nuova promessa è rimanere sotto 1,5°C, con la speranza che non debbano trascorrere altri sei anni per accorgersi che bisogna fare meglio e, forse, più velocemente.

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