In una situazione come questa, le aziende sono chiamate a impegnarsi per “contendersi” i pochi talenti disponibili, offrendo loro il migliore tra gli ambienti lavorativi.
Ma quali sono gli elementi che vengono considerati più importanti dai candidati? Quali sono cioè i fattori più attrattivi per chi sta cercando un nuovo lavoro, o per chi, pur non avendo avviato una ricerca attiva, è aperto a nuove opportunità professionali?
«Non si parla unicamente dello stipendio» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera. «Anzi, ci sono dei fattori che sono importanti quanto e più della retribuzione, a partire per esempio dall’atmosfera di lavoro, dalla flessibilità complessiva e dalla possibilità di avere un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita privata».
E poi ci sono ovviamente i benefit aziendali, ovvero tutti quegli elementi sotto forma di beni o di servizi che un’azienda fornisce ai propri dipendenti al di fuori del normale stipendio mensile, e che in quanto tali rientrano nel piano di welfare aziendale. Diventa così cruciale, per attirare i talenti, individuare quelli che sono i benefit aziendali più apprezzati.
«In linea di massima è possibile affermare che ogni benefit, di qualsiasi natura, deve essere visto come un elemento positivo in ottica di employer branding e di employee retention, soprattutto quando si parla dei millennials» puntualizza Carola Adami, specificando poi che «da questo presupposto bisogna partire per capire quali sono i benefit che, in base al proprio budget e alle esigenze dei propri collaboratori attuali e potenziali, possono risultare più efficaci».
La scelta dei migliori benefit potrebbe quindi essere differente tra aziende di vario tipo o di vario settore?
«Sicuramente sì, in quanto ogni settore presenta le sue unicità, così come ogni azienda: il tipo di attività, l’età media dei collaboratori, la posizione geografica sono solamente alcuni dei fattori da prendere in considerazione» spiega Adami. «Nonostante questo, le indagini fatte negli ultimi anni ci mostrano comunque che ci sono dei benefit aziendali che sono in generale più efficaci e apprezzati, come per esempio le opportunità di formazione e di sviluppo, l’assistenza all’infanzia, le prestazioni sanitarie. Parliamo quindi per esempio dei giorni di congedo ulteriori per maternità e per paternità, dei bonus per asili nido e centri estivi, ma anche delle spese per i terapeuti, e così via», conclude Carola Adami.