Chi sono le figure impegnate nel terzo settore?
Il Dott. Fabio Mendicino presenterà una panoramica ed un confronto rispetto al lavoro dell’assistente sociale nei diversi settori d’impiego.
a cura di Fabio Mendicino
Quella dell’assistente sociale è una professione orientata al miglioramento delle condizioni sociali e di vita dell’individuo e dei gruppi. Pertanto, i servizi in cui questa può essere esercitata sono numerosi e vanno dagli enti pubblici, nei quali è impiegata una larga maggioranza degli iscritti, fino ad arrivare alla realtà di terzo settore come associazioni, cooperative, imprese sociali, ecc…, passando per una minoranza di assistenti sociali che operano in regime di lavoro autonomo.
Ma quali sono le differenze nell’operato di un assistente sociale impiegato nel primo settore rispetto a quello del terzo settore?
Tra gli enti pubblici possiamo considerare sia quelli nazionali sia quelli locali, relativamente all’area territoriale in cui sono chiamati ad operare. All’interno di tali ambiti, il ruolo dell’assistente sociale è anche quello di erogatore di servizi e prestazioni economiche, secondo criteri stabiliti dai servizi sociali dell’ente di appartenenza. Di competenza comune risultano, invece, le attività di autorizzazione e vigilanza dei servizi sociali e delle strutture residenziali e semiresidenziali a gestione pubblica o dei soggetti del privato sociale che operano come enti convenzionati.
Il ruolo dell’assistente sociale nel Terzo Settore è certamente differente da quelli sopra citati, sebbene non sia possibile ridurlo ad un unico modello. Infatti, il ruolo è strettamente dipendente dal contesto specifico in cui il professionista è inserito e quindi deve modellare le proprie azioni per poter adeguatamente rispondere al mandato istituzionale dipendente dalla sua collocazione.
L’assistente sociale ha il compito di valorizzare la libertà e l’autodeterminazione della persona non è mai attore passivo nel processo di aiuto, ma deve esserne il protagonista. Proprio per questo, in seguito al processo di valorizzazione delle competenze specifiche, deve impegnarsi a portare avanti, fase per fase, il proprio progetto personale. È quindi fondamentale l’avviamento di processi di empowerment, finalizzati al riconoscimento, da parte della persona, della propria unicità ed alla valorizzazione di sé.
L’assistente sociale sostiene le persone attraverso colloqui professionali continuativi, finalizzati al raggiungimento di una visione più completa di sé e che permettano loro di trovare in prima persona risorse utili per la realizzazione dei propri obiettivi.
Il progetto, infatti, non può essere chiaro e definito fin dall’inizio, ma è compito del professionista portare l’utente ad avere consapevolezza della situazione in cui si trova, per poi poter realizzare man mano ciascuna fase progettuale.
Un esempio che può mostrare la differenza di approccio in base all’ente di appartenenza può essere quello di un minore maltrattato, che potrebbe interfacciarsi con due diversi assistenti sociali; il primo inserito all’interno del servizio di tutela minori dell’ente locale e il secondo responsabile dell’accoglienza in una comunità minori. L’assistente sociale del Comune è la figura responsabile del provvedimento di allontanamento del minore dalla propria famiglia e del conseguente collocamento del ragazzo in una struttura protetta, mentre nel secondo caso un differente assistente sociale, impegnato in questo caso nel terzo settore, potrebbe essere la figura, e, rassicurante ed accogliente che aiuta il minore allontanato ad iniziare e portare avanti il suo percorso in comunità.