Recita così l’inciso, a mo’ di recitativo, de La mela di Odessa (1920),brano degli Areacontenuto nel primo album dal vivo della band Are(A)zione del 1976. La componente politica è quella della sinistra giovanile, ma in quel quintetto emiliano c’è qualcosa di realmente rivoluzionario: il futurismo musicale che incontra la tradizione popolare e si mescola al jazz fusioncondito in salsa progressiveinglese, all’interno di una tagliente anarchia musicale; la creatività al potere. Molto di questo linguaggio si deve indubbiamente a un giovane studente di architettura di origine greca, nato ad Alessandria d’Egittoe dotato d’istinto musicale fuori dal comune; il suo nome è Efstràtios Dimitrìu, ma il mondo lo conoscerà come Demetrio Stratos.
Demetrio Stratos; il corpo, la voce, l’azione
L’istintività del giovane polistrumentista, diplomato in pianoforte e fisarmonica presso Le Conservatoire National d’Athènes,emerge in tutta la sua forza a partire dallo strumento naturale di ogni essere umano; ossia la voce. Nel suo caso però non vi è uno studio prettamente accademico, volto a indirizzare lo studente verso l’opera; in lui c’è la curiosità primitiva e morbosa di come la voce nasce e si sviluppa, attraverso le vibrazioni fonetiche e fisiche del corpo umano. Basta “osservare acusticamente” la linea vocale di un brano come Pugni Chiusi, per accorgersi di come l’orecchiabilità della melodia fa da tessuto a una voce potente, calda e al tempo stesso dotata di vibrazioni armoniche mai sviluppate, fatta eccezione per Mina e Claudio Villa, nella musica leggera italiana.Ma è grazie all’incontro con il batterista Giulio Capiozzo che la vocazione di Stratos prende vita e corpo, quando nasce il progetto Area-International PoPular Group, assieme a Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Gianni Sassi, cui succederanno Patrick Djivas e Ares Tavolazzi.
Area; gioia e rivoluzione della musica totale
Obiettivo dichiarato di questa super formazione non sarà la rivisitazione italiana della scena angloamericana degli anni ’70, ma un netto superamento di quella forma generica d’individualismo artistico, presente in gran parte delle culture musicali del dopoguerra, in favore di una “musica totale, paradigma post-avanguardista del concetto wagneriano di arte totale, all’insegna della fusione e dell’internazionalità dei linguaggi”. Nascerà una commistione di stili musicali differenti che spazieranno dal rock progressiveal free jazz, per virare verso la musica elettronica ed etnica, fino alla sperimentazione, portando la questione delle lotte sociali su un terreno meno di classe e più di rottura, difficilmente classificabile dal manierismo cantautoriale di quegli anni; un linguaggio espressionista e folkloristico, capace di affacciarsi in maniera spregiudicata anche agli ambienti accademici di natura più o meno borghese.
Lo scopo di una musica senza limiti si concretizza grazie all’elasticità vocale “senza limiti” di Demetrio Stratos, la cui intuizione è stata quella di utilizzare alcune tecniche orientali, grazie alle quali era possibile riuscire a sfruttare in totolo strumento voce, partendo dal diaframma e dall’amplificazione toracica, con i quali le vibrazioni fonetiche avrebbero potuto emettere contemporaneamente più suoni a frequenza diversa. Demetrio Stratos univa la sperimentazione fonetica a una sorta di ritmica gutturale, capace di armonizzare le varie forme di suono e usare il corpo come una cassa di risonanza dell’apparato fonetico, modulandone timbro espressione, ma soprattutto dando maggiore emotività alla praxis scenica.
Demetrio che fa suonare la voce….
La diplofonia, questa la tecnica più utilizzata dal musicista greco. Si tratta di un’alterazione del timbro vocale che permette la duplicazione dello stesso, tale da permettere l’emissione di un tono aggiuntivo, oltre alla tonica di riferimento.
Questo sistema fu utilizzato dai monaci tibetani per dare profondità ed espressione ritmica e armonica ai mantra, grazie alla nota secondaria che batte sulla glottide, producendo una sorta di ritmo. La particolarità, più unica che rara, di Demetrio Stratos consisteva nella capacità di produrre simultaneamente fino a tre suoni di frequenza diversa. Gli studi fatti sulla sua voce hanno individuato una serie di suoni dotati di frequenze addirittura superiori a quelle prodotte dal proprio range, decretando un punto di svolta nella ricerca sulla fisica acustica italiana.
Quarant’anni dopo la sua morte è la memoria cronistoria, spesso infarcita di voyerismo scandalistico a impedire un’analisi attenta del personaggio.
Un caso analogo è John Cage, che nel mondo della serializzazione e dell’avanguardia musicale è più conosciuto di altri, quasi esclusivamente per i suoi 4.33minuti di silenzio! Guarda caso fu proprio Demetrio Stratos ad affascinare il compositore americano a tal punto da avviare una serie di collaborazioni destinate a diventare un ponte tra Popular musice musica colta.
Ciò non significa però ridurre il tutto a un possibile fenomeno di tendenza; non si può identificare Stratos come icona della Pop-culture,ma neanche ridurne la figura a modello per un’ideologia politica. Se fosse ancora tra noi, egli ne sarebbe alquanto infastidito: il suo anti-conformismo razionale e autoironico puntava a svelare i paradossi della società dei consumi, in rapporto alla sua storia e quella capacità di usare, in libertà, lo strumento voce è stato l’esempio pratico di come il mondo avrebbe potuto diventare; un crogiolo di Gioia e Rivoluzione!