Terzo settore

LA PANDEMIA FERMA MOZART14, IL SOGNO DI CLAUDIO ABBADO

La musica sociale non si spegne. La maggior parte delle realtà del Terzo settore ha risentito della mancanza di volontari che difficilmente ha potuto continuare il proprio lavoro fatto di vicinanza e coinvolgimento.

da: pixabay.com

Un altro settore tra i più colpiti è stato quello dello spettacolo, dei teatri, dei concerti, fermi per oltre un anno a causa dell’emergenza sanitaria, con la conseguente chiusura di teatri e cinema e di ogni progetto che riunisse persone e realtà grazie alla musica.

E così dopo 7 anni di lavori si è dovuta concludere l’opera di Mozart14, associazione creata da Alessandra Abbado nel 2014, per continuare il lavoro del padre, il Maestro d’orchestra Claudio Abbado, di musica nel sociale, e che ha unito il mondo del terzo settore con quello dello spettacolo e della musica.

Mozart14 è partita con l’idea che la musica avesse il potere di aiutare le persone in difficoltà, che utilizzata come mezzo di cura e supporto, potesse sostenere, come ha poi fatto, alcune categorie di persone, spesso allontanate, discriminate e senza speranza nel futuro. Così la musica fa sentire uguali, e per la durata di un concerto non si è più in prigione o pazienti di un ospedale, ma si è degli artisti in erba, che si esibiscono e vengono, forse per la prima volta, ascoltati davvero.

(Concerto in Senato: da www.mozart14.com)

L’esperienza di Mozart14 è iniziata prima ancora della sua nascita ufficiale, dal sogno del Maestro Claudio Abbado, la cui filosofia esistenziale era che “La musica è necessaria alla vita. Può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi addirittura salvarla”. Un matrimonio tra il sociale e il mondo artistico che ha generato consensi e grandi obiettivi raggiunti. Presente soprattutto nel territorio bolognese, ma conosciuta a livello internazionale, l’esperienza è iniziata con Tamino, già dal 2006, portando la musicoterapia nei reparti di oncoematologia, terapia intensiva neonatale, neonatologia e chirurgia pediatrica del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Il progetto Tamino è riuscito a far cantare le mamme di bambini nati prematuri, permesso a bambini malati di esercitarsi e suonare strumenti, organizzato laboratori musicali per piccoli pazienti affetti da tumore. E poi il Coro Papageno, che aveva portato i detenuti e le detenute del carcere della Dozza a cantare per la Festa europea della musica e, con la direzione di Michele Napolitano, ad esibirsi in Senato nel 2016 e nella Basilica di San Pietro. E, ancora, il progetto Laporello e il Cherubino nel 2017.

Ospedali, carceri, tutti luoghi che durante la pandemia sono diventati inaccessibili, bloccando di fatto le attività inserite nei progetti a cui la mancanza di finanziamenti ha dato il colpo di grazia, costringendo Alessandra Abbado a fare i conti con la realtà dopo una lunga resistenza.

(Foto Claudio Abbado: www.mozart14.com)

La forza dell’associazione è stata soprattutto nell’opera delle decine di volontari, psicologi, musicisti, artisti che hanno creduto nella visione di Claudio Abbado, condividendola e divulgandola. Tra questi Ezio Bosso, direttore d’orchestra e ambasciatore nel mondo di Mozart14 e della sua musica sociale.

E anche se l’associazione ha concluso le sue attività, Alessandra Abbado è fortemente convinta che il potere della musica sociale non si esaurisce e che Mozart14 è stata la prova che la musica può dare conforto, può dare forza a chi crede di non averne, e può guarire, proprio come aveva sostenuto Claudio Abbado.

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