Proprio nell’anno del centenario della scoperta dell’insulina la robotica apre una nuova tappa nella cura del diabete. Le terapie tradizionali con l’insulina, infatti, sono complesse e richiedono, oltre che multiple iniezioni sottocutanee, anche un’attenta regolazione delle dosi. La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha creato il primo esempio di robot totalmente impiantabile che funge da pancreas artificiale per la cura del diabete. Esso apre la strada allo sviluppo e utilizzo di pancreas artificiali che potrebbero rivoluzionare il trattamento dei pazienti diabetici.
I pazienti diabetici di tipo 1 sono costretti ad assumere costantemente insulina per mantenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue. Solitamente, l’insulina viene somministrata direttamente nel paziente tramite iniezioni sottocutanee oppure utilizzando particolari infusori indossabili. I ricercatori della Sant’Anna di Pisa, invece, hanno realizzato un sistema rivoluzionario totalmente impiantabile in grado di rilasciare costantemente la giusta dose di insulina. Come fa? Semplice, si ricarica grazie a delle capsule che fungono da veri e propri serbatoi di insulina. Questo robot rappresenta a tutti gli effetti il primo esempio di un pancreas artificiale impiantabile . Simulando il funzionamento di un vero e proprio pancreas, un algoritmo di controllo definisce la quantità di insulina da rilasciare sulla base della quantità di glucosio presente nel sangue, fornita a sua volta da un opportuno sensore.
Il robot utilizza una capsula come shuttle di rifornimento , infatti viene impiantato a livello addominale nello spazio extraperitoneale, interfacciato all’intestino. Esso funge come una vera e propria pompa in grado di rilasciare l’insulina contenuta nel suo serbatoio. Quando questo si sta per svuotare, una volta alla settimana, o addirittura, ogni due settimane al paziente basterà assumere una speciale pillola che contiene insulina. Grazie ad un sistema magnetico, la capsula si aggancia al robot e attiva un meccanismo con il quale rilascia insulina, ricaricando il suo serbatoio. A quel punto si stacca e prosegue il suo viaggio nell’intestino, fino alla normale espulsione.
Sistemi di questo tipo consentono una terapia localizzata per la cura del diabete mellito di tipo 1 e un’infusione fisiologica dell’insulina. Grazie a questa soluzione, ad un paziente diabetico basterà ingerire una semplice pillola per assumere insulina. e potrebbe essere impiegato anche nel trattamento di altre patologie croniche e acute a carico degli organi intraperitoneali.”