Lab giornalismo

LA BATTAGLIA DEL POLICLINICO SAN MATTEO CONTRO IL COVID

I sacrifici ed il faticoso lavoro che la struttura ha fatto per fronteggiare l’emergenza.

di Francesco Del Bò

Dall’inizio della pandemia, l’ospedale di Pavia ha avuto un ruolo importante nella lotta contro il virus, sia a livello regionale che nazionale; era ed è tuttora ritenuto un centro di fondamentale importanza.

Il Policlinico è sempre stato in prima linea in questa battaglia fin dal primo caso di contagio a Codogno: il paziente uno è stato infatti ricoverato proprio nella clinica pavese dove è stata confermata la sua positività. Da qui in poi la situazione è precipitata, facendo addirittura registrare una media di 300 ricoveri giornalieri a fine marzo 2020.

Per rispondere ai crescenti contagi, il San Matteo ha iniziato alcuni lavori di ristrutturazione ed espansione della struttura, al fine di creare nuovi posti letto per i ricoveri ma, soprattutto, per la terapia intensiva. Sempre qui sono stati fatti passi enormi per la cura del Covid-19. Tra i più noti, senza dubbio, l’idea e la sperimentazione della cosiddetta “plasma-terapia”, la quale consiste sostanzialmente nell’utilizzo del plasma di individui guariti dal virus e – di conseguenza – con organismi in grado di sviluppare anticorpi. Questo tipo di terapia, comunque, non è nuova ai medici; essa veniva infatti già usata prima dell’arrivo del Covid, seguendo processi di riutilizzo.

Per favorire il contrasto della pandemia ed incoraggiare la ricerca, diversi enti – pubblici e privati – hanno elargito svariate somme di denaro al Policlinico. Oggi il San Matteo continua la lotta vaccinando a ritmo sempre più serrato la popolazione. A questo fine, nuove sedi sono state allestite appositamente, come il centro vaccinale al Pala Campus.

Grazie alle vaccinazioni, i ricoveri giornalieri ed i casi di positività confermati sono in continua diminuzione: si è arrivati ad un solo contagio accertato il 25 giugno scorso nell’intera provincia pavese.

Exit mobile version