In un tempo in cui tutto sembra – ed è – incerto, commuove ed entusiasma poter assistere ad atti di “resistenza” perché si ama il proprio lavoro e si vuole azzerare il distanziamento sociale, nel rispetto di quello fisico. Dopo esser stato riprogrammato per ben tre volte e col rischio sempre in agguato dell’annullamento, è stata una gioia poter ascoltare dagli organizzatori del Napoli Teatro Festival Italia, percependo il coraggio di andare avanti – sia loro che degli artisti (e di chi c’è dietro di loro, dai costumisti agli scenografi per citare solo due delle tante figure) che vi hanno aderito e che, probabilmente, non vedevano l’ora di farlo.
«Il teatro rinasce con te. È un invito a rivivere le emozioni del teatro lo slogan della tredicesima edizione del NTFI, la quarta diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata – nonostante l’emergenza sanitaria – con il forte sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano», si legge nella nota ufficiale ed è proprio da qui che vogliamo partire, dicendo grazie per non aver mollato e invitando gli spettatori – napoletani e non – a sostenere l’Arte e la Cultura, ancor più in un momento così delicato. Il cartellone di 130 eventi abbraccia le diverse declinazioni dell’arte (teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica e mostre) e si dipana dall’1 al 31 luglio, animando ben 19 luoghi all’aperto – con una sola eccezione: il Teatro di San Carlo – dal centro (Palazzo Reale come sede principale) fino alle zone più periferiche e andando anche oltre i confini partenopei (Salerno, Solofra, Pietrelcina e Santa Maria Capua Vetere).
«L’edizione 2020 presenta 34 spettacoli di prosa nazionale, di cui 28 prime assolute. Con l’intento di supportare la ripresa di un settore in grave difficoltà in quest’anno segnato dalla crisi economica indotta dal Covid-19, NTFI conferma l’attenzione e il sostegno a favore di produzioni e compagnie del territorio campano e napoletano, insieme a tante realtà del panorama nazionale».
Tra i protagonisti troviamo Silvio Orlando, Vinicio Marchioni, Francesco Montanari e Gianmarco Saurino, Bruno Fornasari, Andrea De Rosa, Luana Rondinelli, Antonio Piccolo, Lino Musella, Federica Rosellini, Joele Anastasi, Lucianna De Falco, Vincenzo Nemolato, Chiara Guidi, Marcello Cotugno, Massimiliano Gallo, Alessio Boni, Marcello Prayer, Lina Sastri, Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi, Roberto Rustioni, Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Mario Scandale, Arturo Cirillo, Valentina Picello, Mariangela D’Abbraccio, Euridice Axen, e le compagnie Anagoor, Carrozzeria Orfeo, Casa del Contemporaneo, Nuovo Teatro Sanità, Mutamenti/Teatro Civico 14 e Teatro dei Gordi. A loro si aggiungono gli artisti della sezione Musica (ne citiamo giusto alcuni: Roberto De Simone, Pippo Delbono e Enzo Avitabile). «La collaborazione con il Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale si concretizza attraverso la coproduzione di due spettacoli inseriti nella sezione Progetti Speciali del Festival con Mimmo Borrelli, Renato Carpentieri, Claudio Di Palma». Questa manifestazione vede anche un importante connubio con Capodimonte, potreste recarvi al Museo e poi immergervi nel Real Bosco per partecipare a uno spettacolo.
Va evidenziato che la sezione Internazionale è stata riprogrammata a partire dall’autunno e vedrà in scena, tra gli altri, il coreografo greco Dimistris Papaioannu, l’artista belga Jan Fabre, e Ramzi Choukair e Sulayman Al-Bassam.
Una nota di merito va anche alla decisione di continuare «a proporre un’oculata politica di prezzi, con biglietti popolari (da 8€ a 5€) e agevolazioni assolute per le fasce sociali più deboli» proprio per favorire la partecipazione del pubblico.
«Il ricavato degli spettacoli inseriti nella sezione Musica sarà devoluto in beneficenza all’Istituto nazionale tumori “Fondazione Pascale” di Napoli». Vi suggeriamo di studiarvi il programma nei minimi dettagli e concedervi una full immersion nella kermesse, che sia per pochi giorni (per chi viene da fuori) che sia per l’intero mese per chi vive a Napoli. Non ve ne pentirete.
Vogliamo concludere con le parole del direttore artistico: «nella mia vita di artista (scrittore, attore, regista, nda) che ho condotto, ho visto tante “piogge inutili”, questo festival non è una pioggia transitoria che riguarda l’esterno. Le tracce che lasciano la letteratura, il teatro e questo festival non sono tangibili, sono profonde, spirituali ed è per questo che ci battiamo. Non ci interessano i consumatori, ma i cittadini così come ci è a cuore la crescita mentale. Noi lavoriamo alla traccia che non si vede, ma produce germogli nel tempo, che accompagna gli esseri umani, è inalienabile e resta sempre di loro proprietà. Questo tipo di festival è la prova generale della nostra libertà. Facciamo con gioia questa prova».