E’ denominata “certificazione verde”: si tratta del pass introdotto dal decreto anti-Covid del 22 aprile scorso, necessario per gli spostamenti tra una regione e l’altra in fascia arancione e rossa, ma anche per partecipare a feste di nozze, maxiconcerti e, presumibilmente anche per entrare in discoteca.
Il green pass servirà per spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa (anche se al momento l’Italia è tutta gialla o in procinto, nel caso di alcune Regioni, di diventare bianche), ma anche per far visita agli anziani nelle case di riposo. Servirà anche dal 15 giugno per la partecipazione a feste e banchetti di nozze. Sarà possibile dover ricorrere a questo certificato anche per presenziare a concerti che consentano la partecipazione fino a mille spettatori in strutture all’aperto e fino a 500 al chiuso, ma anche per andare in discoteca.
Alcuni giorni fa il premier Mario Draghi ha dichiarato che, dall’estero, si potrà viaggiare in tutto il territorio italiano con un “pass verde nazionale” in attesa dell’entrata in vigore del pass europeo previsto per giugno. Di fatto il pass è identico alle “certificazioni verdi”, cioè ai documenti che già attualmente gli italiani devono utilizzare per spostarsi a scopo turistico tra regioni arancioni e rosse .
Però, per evitare fughe in avanti e scongiurare decisioni diverse da quelle che l’Europa deve ancora concordare, il governo ha deciso di non accelerare, quindi, indipendentemente dall’ aver effettuato la vaccinazione o dalla guarigione dal Covid, per ora per entrare in Italia occorre sempre un tampone negativo, effettuato 48 ore prima della partenza.
La quarantena è stata invece abolita per i viaggiatori provenienti dai Paesi Ue e dall’area Schegen, oltre che dalla Gran Bretagna e da Israele, mentre rimangono in vigore i dieci giorni di quarantena per i viaggiatori provenienti dai Paesi extra Ue.
Il ministero della salute precisa che, per i vaccinati << la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria, ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione>>.
Per i guariti dal Covid la certificazione verde è rilasciata <>.
Il risultato negativo del tampone viene invece attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.
In teoria tale certificazione sarebbe già in vigore, ma, ufficialmente, mancano ancora gli ultimi dettagli da definire in base alle indicazioni che perverranno a breve dal Ministero della Salute. I certificati vaccinali sono già disponibili in alcune regioni. Una volta ricevute entrambe le dosi del vaccino (oppure una sola, nel caso del monodose Johnson & Johnson) il certificato vaccinale Covid sarà disponibile sul fascicolo sanitario elettronico a cui si accede tramite spid o carta di identità elettronica. Dopo i rilievi del garante della privacy, invece, non ci sono ancora certezze sul rilascio del certificato di avvenuta guarigione.
La durata del green pass per i vaccinati è stata prolungata da sei a nove mesi <>, inoltre è stato deciso di rilasciare la certificazione contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino <>.
La durata della certificazione green, in caso di guarigione, resta di sei mesi a far data dall’avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo il certificato ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test.
Il certificato è gratuito. A pagamento è invece il tampone: il tampone molecolare rimane il “gold standard” per la diagnosi del Covid.
Il costo varia tra i 60 ed i 100 euro, a seconda delle strutture e delle regioni. Il costo medio per eseguire un test rapido antigenico (eseguibile anche in farmacia) è di 30-40 euro.
Il pass è necessario anche per i minori, per i quali per ora non è però prevista la vaccinazione; se non sono guariti dal Covid, i minori dovranno effettuare un tampone, dal quale sono esentati i bambini di età inferiore ai due anni.
Per viaggiare nei Paesi europei i governi si stanno attivando per organizzare un sistema che permetterà di muoversi esibendo un semplice QR Code. Il Certificato EU Covid-19, infatti sarà un lasciapassare che entro giugno dovrebbe essere disponibile sia in versione digitale che fisica. L’emissione seguirà un iter simile a quello del green pass italiano, ma i dettagli saranno divulgati solo nelle prossime settimane.
Ciò che è stato reso noto è che all’arrivo nel Paese di destinazione per essere ammessi bisognerà esibire un codice insieme con un documento di identità .
Come tutti i provvedimenti che riguardano in maniera più o meno diretta i dati sensibili dei cittadini, il green pass italiano e quello europeo sono stati accuratamente esaminati dagli organi garanti della privacy.
A livello europeo non sono state rilevate criticità nel gateway che permetterà il controllo dei passeggeri in entrata, mentre per quanto riguarda il pass italiano sono stati evidenziati nodi problematici.
Il governo, infatti, non ha coinvolto il Garante durante la stesura del decreto-legge che introduce il green pass italiano e ciò ha generato una situazione rivelatasi lacunosa su molteplici aspetti formali ed esecutivi in quanto mancano molte indicazioni sulle corrette modalità di conservazione e trattamento dei dati.
Il Garante è intervenuto per sottolineare le criticità e si auspica un intervento a breve per consentire il rilascio del documento nel rispetto della privacy.