Arte

Il Gotico siamo noi

Si è parlato molto dell’installazione di Gaetano Pesce in piazza Duomo a Milano in occasione del Salone del Mobile.
La scultura, una rappresentazione del corpo di una donna trafitto da frecce e incalzato altresì da teste impalate di animali feroci per simboleggiare genericamente la violenza sulle donne (reinterpretando la poltrona dello stesso designer realmente presentata al Salone nel 1969), compiva dunque cinquant’anni e, per l’occasione, si è sentito il bisogno di metterla di fronte alla cattedrale della città.

Lungi da inoltrarsi in qualsiasi considerazione, fa specie che la “divana” distenda poco timidamente le sue membra di fronte a quel grande monumento gotico che è il Duomo di Milano. Vale allora la pena distendere altrettanto poco timidamente il proprio sguardo più in là.

La cattedrale, come tutti sapranno, attraverso un’eccezionale sequenza di opere marmoree e altorilievi in un gioco vertiginoso di splendore, è una chiesa dedicata a Maria come prima donna della progenie cristiana. Sulla facciata principale si può scorgere, infatti, la scena biblica della Creazione della Donna attraverso un complesso gioco di rimandi tipici della intelligenza e delle conoscenze che venivano tramandate dai costruttori attraverso informazioni di tipo sapienziale depositate nei secoli.

Questa bellissima scena si svolge proprio sotto un angelo la cui testa, chinata sulla scena, fu scolpita in modo da sembrare un cervello umano; un raffinato richiamo all’utilizzo della “materia grigia” per scorgere le cose celesti. 

Di messaggi di questo genere ce ne sono quanti se ne vuole in tutto il Duomo. E’ tutto gratis; nessuno vi venderà poltrone e sofà.

Nell’ingresso laterale della Basilica di Milano si può trovare, cercando con un poco di solerzia, una figura che, tenendo chiuso un libro con la mano destra, strizza un occhio e compie un gesto satirico per sbeffeggiare ironicamente tutte le autorità che passavano da quella porta secondaria, evidentemente ignare del simbolico contenuto del libro chiuso… ermeticamente.

Non stupisce certamente che, ancora oggi, quella figura insista nel suo gesto beffardo. 

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