Scuola

I rischi del web nelle lezioni a distanza

Vigilanza e azione educativa di docenti e genitori il migliore rimedio per
scongiurare I comportamenti illeciti da parte degli studenti.

Circolare della scuola. “Oggetto: divieto di diffusione di filmati, foto e audio tratti da video lezione.  E’ stata segnalata la diffusione di immagini di docenti tratte da video lezioni accompagnate da commenti inappropriati su canali social da parte di alunni dell’Istituto. E si ricorda agli studenti che la diffusione di filmati, foto, immagini, audio, scritti, senza il consenso dell’autore è vietata e comporta di per sé l’erogazione di sanzioni disciplinari. Se poi tale diffusione lede la riservatezza, la dignità e la privacy delle persone, l’autore della pubblicazione oltre a risponderne in sede civile potrà essere perseguito penalmente.” Ebbene si, sono frequenti le disposizioni delle scuole che invitano gli alunni ad un uso corretto dei sistemi informatici per le attività didattiche a distanza.

Un pericolo oscuro che coinvolge i docenti impegnati nelle attività on line e latutela dei dati personali e della privacy dei minori in tempo di Coronavirus dove la rete dei social network è sottoposta a incamerare senza controllo cumuli di dati, informazioni e immagini usati talvolta con eccesso e spregiudicatezza. Ma quali possono essere i reati perseguibili secondo la normativa vigente? L’uso e la diffusione di video, immagini o frasi offensive possono far incorrere i responsabili nel reato penale di diffamazione commesso utilizzando la rete per la diffusione di immagini o scritti lesivi o anche solo potenzialmente tali, dell’onore o della reputazione di una o più persone.

(da: pixabay.com)

L’art. 10 del Codice Civile inoltre disciplina l’abuso dell’immagine altrui e stabilisce che la pubblicazione è abusiva, non soltanto quando avvenga senza il consenso della persona interessata per la tutela del diritto alla riservatezza ma anche quando pur ricorrendo il consenso, sia tale da arrecare pregiudizio all’onore, alla reputazione, al decoro della persona.  In caso di accertamento di illeciti la Polizia Postale di Stato è sempre in grado di risalire al responsabile. Gli alunni spesso non si rendono conto della gravità della responsabilità che si assumono postando in rete immagini e frasi offensive o non controllando adeguatamente che ciò non avvenga esponendosi a conseguenze a volte tragiche come spesso i fatti di cronaca ci informano. 

Il nuovo Regolamento generale per la protezione dei dati personali n. 2016/679 o GDPRha assicurato una disciplina specifica riguardo l’acquisizione di dati personali tramite Social network, messagistica WhatsApp. Norme che attribuiscono al minore superiore a 14 anni l’occasione di esercitare tutti i diritti contro la diffusione del cyberbullismo.Ma se tra i banchi di scuola in presenza la vigilanza è possibile con il ritiro immediato di cellulari, smartphone e altre apparecchiature, come previsto anche dal Patto educativo di corresponsabilità che gli studenti dovessero illecitamente usare durante le ore scolastiche e sanzioni disciplinari come stabilito dal Regolamento di disciplina, nelle attività a distanza diventa più problematico.

In quanto le riprese effettuate dai ragazzi sono effettuate dallo loro privata abitazione e non dalla scuola e il DS a seguito di richiesta parere del DPO della scuola potranno valutare caso per caso se denunciare il fatto e che comunque la persona lesa può procedere personalmente in via legale. Ma al di la dell’applicazione della legge, il migliore rimedio in grado di scongiurare comportamenti illeciti da parte degli studenti rimane la vigilanza e l’azione educativa da parte di docenti e genitori che faccia riflettere i minori, spesso del tutto inconsapevoli, sui rischi gravi e sulle conseguenze drammatiche che l’uso irresponsabile ed incosciente dei moderni mezzi di comunicazione può determinare.

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