Economia

I COSTI DELLA CRISI ENERGETICA PER I PAESI EUROPEI

Sempre più sovente ci si chiede quali siano i costi che realmente vengono sostenuti dai Paesi europei per
contrastare l’impatto della crisi energetica sull’economia e di conseguenza sulle famiglie.

di Gerd Altmann da Pixabay

Il conto è stato fatto da Bruegel, think tank internazionale con sede a Bruxelles, il quale ha effettuato
un’analisi sulle politiche fiscali adottate per contrastare il caro energia dai vari Paesi nel periodo settembre
2021 – gennaio 2023. I dati elaborati hanno evidenziato che tra i Paesi assunti a campione i budget sono
molto diversi.
La nazione che ha investito maggiori somme a contrasto della crisi energetica è la Germania, infatti
considerando la riduzione delle imposte, la regolamentazione dei prezzi al dettaglio, gli indennizzi per le
famiglie con reddito basso e gli aiuti alle aziende, Berlino ha distribuito quasi 270 miliardi di euro.
A seguire Gran Bretagna, Italia e Francia con una spesa di circa 100 miliardi di euro a testa, dato che
preoccupa l’UE perché testimonia come la spesa stanziata per l’energia elettrica abbia ormai superato i
fondi per la ripresa dal Covid-19. Proprio in considerazione dell’aumento dei costi, già lo scorso ottobre
l’Esecutivo UE – a cui compete il controllo delle regole del debito e del deficit delle Nazioni aderenti- ha
redarguito gli Stati membri per essere stati troppo generosi nel sostegno statale.
In effetti una norma contenuta nel DL Aiuti Bis (DL 9 agosto 2022) contro il caro bollette ha determinato
fino al 30 aprile 2023 il congelamento di ogni eventuale clausola contrattuale che permetta all’impresa
fornitrice di energia la modifica unilaterale delle condizioni generali di contratto relative alla definizione del
prezzo. Questa disposizione ha creato rapidamente un caso in merito all’interpretazione della norma ,
come testimoniato dallo scontro tra Agcm, l’ Autorità garante della concorrenza e del mercato ed alcune
società fornitrici di energia elettrica e gas naturale sul mercato libero. A conseguenza di ciò sono stati
adottati alcuni provvedimenti cautelari nei confronti di importanti aziende afferenti al mercato energetico
per “non aver rispettato il divieto di modificare il prezzo” come indicato dal DL Aiuti bis.
In alcuni casi si è trattato solo di un problema interpretativo e, proprio per evitare altri conflitti, il Decreto
Milleproroghe 2023 introduce modifiche che stabiliscono la proroga della sospensione per ulteriori due
mesi, ossia fino al 30 giugno 2023 consentendo contestualmente anche, al momento della scadenza,
modifiche unilaterali ai contratti.
In effetti all’articolo 3, comma 1, del decreto legge 9 agosto 2022, n. 115, convertito, con modificazioni,
dalla legge 21 settembre 2022, n.142, le parole<<30 aprile 2023>> sono sostituite da <<30 giugno 2323>> a
cui è stato aggiunto: << si consente all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di aggiornare le
condizioni economiche contrattuali alla scadenza delle stesse, nel rispetto dei termini di preavviso
contrattualmente previsti e fermo restando il diritto di recesso della controparte>>.

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