Durante l’epidemia Covid-19, l’economia mondiale ha subito una forte crisi. In Italia, dopo un crollo a -8,9% nel 2020, quest’anno il PIL dovrebbe ritornare a +4,2%. Inoltre, il debito pubblico, che salirà al 160% del PIL a fine 2021, nel 2022 scenderà solo del 3,5%. Tuttavia, nelle previsioni economiche di primavera presentate dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni, la Commissione Europea sostiene che la campagna vaccinale, unita alla diminuzione delle restrizioni, aprirà la strada ad una forte ripresa economica dell’Italia che, tuttavia, si stima non tornerà ai livelli pre-Covid prima del 2022.
In Lombardia, fino al 20 giugno 2021, le dosi di vaccino somministrate sono state 7.991.758 e, dopo il divieto di usare il vaccino AstraZeneca sugli under 60, questa regione – insieme all’Emilia Romagna – ha richiesto più dosi del vaccino Pfizer.
Con l’avvento del Covid-19 il mondo del lavoro è cambiato, e molte attività sono andate incontro al fallimento. Da diverse testimonianze, però, emerge quanto l’arrivo dei vaccini abbia riacceso la speranza di ritornare alla normalità.
M.M. è un medico competente in regione Lombardia, e il suo lavoro ha risentito notevolmente per le disposizioni previste dal lock-down. Durante le visite svolte, ha dovuto rispettare rigidi protocolli di sicurezza che, inevitabilmente, hanno complicato lo svolgimento delle prestazioni. Essendo medico, è stato vaccinato quasi immediatamente, una misura che ha molto apprezzato, vedendo nei vaccini una promettente via di uscita dall’epidemia.
A causa dell’emergenza sanitaria anche G.L.P., ingegnere in un’azienda di software, è stato costretto allo smart working. L’azienda per cui lavora ha registrato una notevole diminuzione degli ordini e del fatturato. Questo ha comportato la messa in cassa integrazione per molti dipendenti con un impatto negativo sugli stipendi. Anche per lui, i vaccini rappresentano la soluzione più efficace per riportare l’azienda alla normalità.