Nato in periferia, a Crescenzago, è rimasto legato alle periferie di tutto il mondo, accogliendo e adottando ragazzi senza famiglia, apparentemente senza un avvenire; quelli che le persone per strada evitano o additano, Don Gino li avvicina, li abbraccia e li tiene con sé.
Si sente a casa nell’istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria, di cui è Cappellano da 48 anni. Se gli si chiede cosa significhi quel posto per lui, risponde che è il posto in cui ha conosciuto i suoi affetti, i suoi figli.
Ma chi sono i figli di Don Gino?
Tutti i ragazzi dell’istituto penitenziario e tutti quelli che passano nelle sue comunità. Di tanti che incontra si fa carico fino a prenderli con sé adottandoli come figli. Basta che si sentano accettati, basta indicargli una direzione e, senza paura, cresceranno sapendo che tutto si può fare.
La sua missione sta nella certezza che ognuno possa avere un futuro migliore e che a tutti vada data un’altra possibilità. A questo proposito afferma di essere sempre stato guidato dal pensiero che tutti sono ugualmente degni, per quanto abbiano commesso gli errori più disastrosi, hanno tutti un’occasione di salvezza, ed è per questo che Don Gino si è impegnato nella creazione di servizi che potessero aiutare concretamente tutti coloro che ne avessero bisogno.
Infatti negli anni 70’, quando fonda “Comunità nuova”, un’associazione in cui sono accolti i ragazzi che hanno concluso il periodo di detenzione per salvarli dalla strada, dalla droga e da una vita che, senza una guida, li porterebbe probabilmente a commettere gli stessi errori.
Comunità Nuova non dà solo un tetto a questi ragazzi, ma grazie all’aiuto di enti pubblici e locali, sostiene il recupero dalle tossico-dipendenze, promuove l’interculturalità, contrasta la dispersione scolastica e la prostituzione minorile e sostiene in molti altri modi chi ne ha bisogno.
L’impegno nel terzo settore, però, non si è fermato con Comunità Nuova; nel 1999 fonda l’Associazione BiR, Bambini in Romania, che si pone l’obiettivo di aiutare i bambini che rischiano l’abbandono e aiutare i giovani rumeni nella ricerca del lavoro. Inoltre, la fondazione che porta il suo nome, si pone l’obiettivo di creare legami per aiutare l’integrazione dei più emarginati e per accompagnare chi ne ha bisogno, ad immaginare un progetto di vita.
Il fondatore di “Comunità Nuova”, dell’Associazione BIR e della Fondazione che prende il suo nome, due anni fa accetta di assumere la carica di Presidente onorario dell’Associazione Villa Amantea Impresa Sociale, conosciuta 40 anni prima, a Baggio, ancora una volta una periferia in cui tra la “locanda”, la biblioteca comunale e il “parchetto”, nasceva un’amicizia basata sulla solidarietà per il prossimo e sull’accoglienza. Amato dai ragazzi, minori stranieri non accompagnati, accolti dall’associazione, Don Gino fa loro spesso visita come un nonno affettuoso.
Don Gino, che per il suo impegno è conosciuto e stimato dappertutto e ha riscosso riconoscimenti dalle Istituzioni per la sua dedizione nei confronti dei più fragili, esprime la sua vicinanza all’altro soprattutto in momenti come questo in cui il clima culturale è ostile e il vento della solidarietà e della fratellanza è molto ostacolato. Ciò rende ancora più importante la sua opera, perché laddove cresce la paura e l’odio per chi è vissuto come pericoloso o diverso, è fondamentale che ci sia anche chi si schiera con il debole, il difficile, battendosi con, e non contro chi ha bisogno solo di una possibilità.