Oltre alle gravi conseguenze umanitarie, il conflitto in Ucraina e le successive sanzioni alla Russia stanno causando in Italia un “caro energia”, una riduzione dei prodotti importati/esportati ed una riduzione del flusso di materie prime.
Basti pensare all’aumento del prezzo del gas russo che, ad oggi, è dodici volte più elevato di quello del 2020. Da ciò conseguono costi di produzione più alti per particolari industrie e, dunque, per i loro prodotti finiti. Con l’aumentare del costo dell’energia, si riducono anche le possibilità economiche per le famiglie.
Circa il 3% delle importazioni totali Italiane arrivano dalla Russia, e sono soprattutto prodotti come gas naturale, petrolio e minerali, per un costo complessivo di 8,409 milioni. Inoltre, l’Italia è fortemente dipendente dal settore metallurgico ucraino, un settore però gravemente danneggiato proprio a marzo scorso, causa il bombardamento subito dall’importante acciaieria di Mariupol.
Risulta quindi evidente come, senza i necessari provvedimenti, si preannunci un rischio di recessione economica nei prossimi anni: non solo in Italia, ma anche in altri stati Europei.