Il connubio tra musica e natura è da sempre uno strumento di ricerca antico e universale per spiegare il rapporto tra gli esseri senzienti e l’ambiente. Gran parte dell’impressionismo musicale del XX° secolo ha tradotto in linguaggio sonoro l’universo sensoriale ed emotivo di ogni aspetto della vita, del mondo e dell’esistenza, sfruttando un modello di codificazione melodica evocativo e, al tempo stesso diretto, lontano dal lirismo aulico del classicismo ottocentesco, ma neanche troppo distante da quella necessità di tornare ad uno spirito primordiale, libero da stilemi referenziali e al tempo stesso carico di nuovi valori, in favore di una prossima rivoluzione dell’immaginario collettivo.
Dal poema sinfonico Also sprach Zarathustra di Richard Strauss, seguendo le orme di un naturalismo forte e struggente come quello di Gustav Mahlernella sua Das Lied von der Erde(Il canto della terra), è la natura stessa del linguaggio musicale, con i suoi vibrati e i suoi armonici, a rivelare la potenza evocativa del suono anche nelle più piccole e quotidiane suggestioni. Basta lasciarsi bagnare metaforicamente dagli Jeux d’eau di Maurice Ravel per comprendere pienamente quanto la rappresentazione del mondo circostante abbia una moltitudine di codici interpretativi, non necessariamente aristocratici, né eccessivamente folkloristici.
Musica e ambiente; universi a confronto
Dal naturalismo espressionista a quello teatrale il passo avrebbe potuto essere molto breve, ma ben venga l’esplorazione di molteplici territori, finalizzati a giungere a un’idea estroversa e periodicamente attuale: l’interazione della musica con l’ambiente.
Tale paradigma è reso oggi ancora più “naturale”, sfruttando un sistema di interconnessione semantica che per i più ha, forse, un valore prettamente scientifico, mentre al contrario potrebbe rivelarsi una delle esperienze più naturali del mondo. Pensiamo al funzionamento delle macchine e a come essere trasformino gli elementi in una forma di energia: ora immaginiamo delle macchine in grado di purificare l’aria e trasformare l’anidride carbonica in ossigeno, senza alcun bisogno di manutenzione. A introdurre questo concetto è Stefano Mancuso, scienziato di fama internazionale, professore all’Università di Firenze, e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale.
Il paragone del ricercatore italiano, fondatore dell’International Society for Plant Signaling & Behavior, è con quel sistema perfetto di congegni che si autoregola in base all’energia naturale (sole e terra), diventando il principi della catena alimentare di tutti gli esseri viventi e regolare la temperatura del pianeta. Queste macchine esistono fin dalla notte dei tempi e si chiamano: alberi.
Botanicae la sinfonia del pianeta Terra
Quando la voce narrante del Dott. Stefano Mancuso incontra le vibrazioni armoniche alla base della creazione musicale, nasce il progetto multimediale Botanica live show.
Lo spettacolo porta in scena il linguaggio sonoro di piante e fiori, attraverso il connubio di suono, danza e immagine; una sorta di neo-teatro musicale a metà tra performance artistica e conferenza scientifica.
Il progetto è stato realizzato da un collettivo di musicisti sotto il nome di Deproducers; un super gruppo composto da alcuni dei musicisti più eclettici della scena italiana contemporanea: Gianni Maroccolo,la cui storia è legato ai Litfiba, CCCP, Marlene Kuntz e CSI, il chitarrista e produttore dei SubsonicaMax Casacci, Riccardo Sinigalliae il compositore VittorioCosma.
Dopo aver sperimentato diverse location, Botanica è approdato il mese scorso a Palermo, trasformando l’Orto Botanicoin un palcoscenico, con un protagonista d’eccezione; l’ambiente.
Raccontare il mondo vegetale, la sua origine e le sue varietà attraverso la suggestione della musica, corollario sublime e metafisico di una scenografia universale e certamente, la più straordinaria e innovativa che nessun uomo mai potrebbe mai riuscire a realizzare.
Lo spettacolo multimediale è stato anche presentato in esclusiva al FestivaldiSky Arte, e trasmesso sulla rete omonima lo scorso 8 maggio. Si tratta di un omaggio musicale alle proprietà degli alberi, incentrato sulla costante alternanza tra musica e linguaggio scientifico e volta a coinvolgere un pubblico sempre più eterogeneo alla coscienzadi quei processi naturali che sono la base della vita del nostro pianeta.