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Cultura

Bikers Against Children Abuse protegge i bambini vittime di abuso

La motocicletta è un veicolo di comunicazione efficace con il quale raggiungere il cuore dell’infanzia, al fine di assicurare serenità e senso di famiglia. Il costante impegno sociale è garantito dall’associazione no profit internazionale

La motocicletta, il coraggio di mettersi in gioco, la voglia di credere nei bambini. Il buonsenso e l’umanità garantiscono un ambiente sicuro per i minorenni vittime di abuso, grazie all’impegno quotidiano di Bikers Against Child Abuse (B.A.C.A.) “Motociclisti contro l’abuso sui bambini”, un’associazione no profit internazionale presente dagli Stati Uniti fino alla Nuova Zelanda. Con il loro impegno vogliono restituire ai minorenni il diritto a non avere paura del mondo nel quale vivono. B.A.C.A. Opera in stretto contatto con Enti locali e statali presenti sul territorio per assicurare un ambiente sicuro ai minori vittime di abuso. Le sofferenze si comprendono nelle loro sfaccettature, si ascoltano per conoscere il giusto modo di aiutare, magari sono necessari soltanto piccoli gesti per alleviare la sofferenza.    

«Operiamo a stretto contatto  – spiega Moon (roadname in B.A.C.A.), responsabile pubbliche relazioni di B.A.C.A e volontaria – con tutte le figure che ruotano attorno al bambino abusato (forze di polizia, assistenti sociali, psicologi, giudici del Tribunale dei Minorenni, avvocati). Possiamo intervenire soltanto mediante una segnalazione che provenga da una di queste figure, senza tralasciare la chiamata giunta dalle stesse famiglie. A questo punto scatta la burocrazia: B.A.C.A. firma insieme al tutore legale rappresentate del minorenne una autorizzazione a muoversi nell’ambito della sua Mission. Qual è? I bikers di B.A.C.A. con le loro vesti (giubbotti di pelle), i capelli lunghi, le barbe, i tatuaggi, sono uomini e donne che dimostrano il loro coraggio di vivere sulla strada senza lasciarsi travolgere e diventano veri testimoni d’amore, perché dimostrano che al di là del loro aspetto rude c’è un cuore che risuona insieme ai loro motori: una sana passione messa a servizio di coloro che hanno bisogno, per ridonare ai bambini/ragazzi quel senso di sicurezza, quella serenità che dovrebbero essere proprie dei primi anni di vita.

(da: baca.it)

I bikers portano avanti la Mission perché vivono di valori quali onore, lealtà, integrità e rispetto; perché fanno quello che dicono; perché i loro legami di fratellanza sono senza pari. Portando i minori feriti in questo cerchio di fratellanza, li proteggeranno con tenacia e faranno tutto ciò che va fatto per rimuovere la loro paura. I B.A.C.A. sono una Famiglia di bikers che si fa Famiglia per i bambini feriti, per mostrare loro accoglienza, per farli sentire importanti, amati, protetti, per donare loro sicurezza, per fare tornar loro un po’ di fiducia. Noi esistiamo per dare loro forza, affinché scoprano in realtà di quanta forza sono dotati e riconoscano quanto siano coraggiosi, con o senza di noi. Questo è il concetto di “Empower” su cui B.A.C.A. fonda la propria Mission».

B.A.C.A. interviene sui bambini anche con un altro modo: andare nelle strutture (case famiglia e di accoglienza) per fornire supporto fisico ed emotivo ai bambini ospitati, proprio attraverso la presenza dei bikers. 

(da: baca.it)

«Il trend dei nostri interventi – continua Moon – è in continuo aumento perché i giudici, gli altri operatori, le famiglie vengono a conoscenza della nostra realtà, quindi siamo chiamati a prestare il nostro sostegno». Il motociclista è un simbolo fondamentale utilizzato costantemente negli interventi di B.A.C.A. come immagine da presentare al bambino. Potremmo definirlo un mezzo di comunicazione con delle finalità ben precise. «Sicuramente sì. Il nostro fondatore, psicologo e psicoterapeuta ha avuto una brillante intuizione mentre aveva in cura un bambino che non riusciva sbloccare: si è presentato vestito da motociclista. A questo punto il bambino si è sbloccato e per noi significa che quando il piccolo vede figure differenti, figure che hanno ideali, senso di famiglia, è favorito proprio da questa immagine a ritrovare la forza che ha dentro di sé, a capire che può farcela e che può contare su di noi».

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