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BEPPE GRILLO, MIO FIGLIO NON HA FATTO NIENTE

La Procura di Tempio Pausania, competente per il territorio della Gallura, sta per concludere l’inchiesta iniziata nel luglio del 2019.

dal profilo Instagram

Nel corso della notte del 16 luglio 2019, dopo una serata trascorsa al Billionaire in Costa Smeralda, quattro giovani avrebbero violentato, secondo l’accusa, una giovane 19enne milanese di origine scandinava in vacanza nel nord Sardegna con un’amica. 

A breve la procura trasferirà gli atti al Gup del Tribunale e si conoscerà la sua scelta: richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. I legali hanno ribadito come i ragazzi si siano dichiarati innocenti fin dall’inizio dell’inchiesta.

Una vera e propria bomba che ha investito il figlio del grillino Beppe Grillo. Apparentemente fuori di sé, Beppe ha registrato un video di poco più di un minuto e mezzo in difesa del figlio Ciro, accusato da quasi due anni per la presunta violenza sessuale di gruppo avvenuta nella villa del fondatore del M5S. 

Urlando dichiara: «Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi…Io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato niente perché chi viene stuprato e fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. Se non avete arrestato mio figlio arrestate me perché ci vado io in galera (…) E poi c’è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c’è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così…perché sono quattro coglioni».

Beppe non è l’unico genitore coinvolto, ci sono anche i genitori della studentessa, i quali, attraverso una nota divulgata dall’avvocato Giulia Bongiorno, si dicono «distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante – affermano – Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore sono strategie misere».

Federica Daga, deputata M5S, racconta di aver avuto una relazione con una persona violenta per un breve periodo e per elaborare quanto successo ha impiegato sei mesi, e solo dopo ha deciso di denunciarlo.

Al termine di questo breve racconto commenta le parole di Beppe in difesa del figlio: «Io ringrazio che ci sia il codice rosso, che consente alle donne di denunciare anche dopo sei mesi dal fatto, mentre io ho avuto solo tre mesi e infatti non ho potuto denunciare tutto quello che mi era successo. Mi dispiace per Beppe, la giustizia è lenta e io sono in causa da cinque anni. Non può essere così lunga una causa, non sai cosa ti può succedere nell’attesa».

Patrizia Cadau consigliera M5S al Comune di Oristano, scrive su Facebook: «Il video di Beppe Grillo a difesa del figlio, indagato per violenza sessuale insieme ad altri due ragazzi, è imbarazzante almeno per una ragione».

Anche Matteo Salvini non risparmia critiche a Grillo:

«Spero che la linea difensiva di questo ragazzo, che mi auguro sia innocente, non sia che la ragazza ha denunciato troppo tardi. Una donna che ha subito una violenza è la vittima e non deve giustificare perché ci ha messo una settimana. Una è la vittima e l’altro deve giustificare se è rapporto consensuale o no anche se infilare la bottiglia di Vodka nella bocca di qualcuno, quattro contro uno non è il massimo della vita...».

La capogruppo alla Camera Maria Elena Boschi non usa mezzi termini: 

«Che Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso»

Numerosi interventi anche da parte del Pd tra questi, la presidente Valentina Cuppi e la capogruppo in Senato Simona Malpezzi stigmatizzando «il frasario tipico di chi colpevolizza la vittima, parole sconcertanti». 

Il primo a solidarizzare con il fondatore del M5S era stato Alessandro Di Battista: «Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Coraggio Beppe». 

Per il Movimento interviene il capo politico Vito Crimi esprimendo vicinanza umana al fondatore dichiarandosi fiducioso nel lavoro della magistratura e auspica che: «i fatti vengano trattati dai media evitando conclusioni affrettate e la ricerca di sensazionalismi». 

Neanche gli alleati risparmiano Grillo: «C’e’ un’accusa grave e un processo durante il quale l’imputato si potrà difendere, avvalendosi di tutte le garanzie previste dalla legge».

Nella democrazia liberale funziona così, sempre e per tutti i reati, a prescindere dal grado di parentela dell’imputato. 

Rimuovere il trauma, la vergogna e il senso di colpa scatenati dalla violenza sono un ostacolo insormontabile da affrontare prima di procedere con la denuncia. Una vittima denuncia solo quando riesce a superare la paralisi dell’omertà e della vergogna, ognuno ha i suoi tempi e spesso non basta una vita per accettare quello che è successo.

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