La seduta del Consiglio, si è aperta con l’intervento di Fontana, che ha difeso l’operato della Regione: “è una vergogna quello che sta succedendo, non lo dico per la mia giunta, ma per i lombardi che sono stufi di essere umiliati”.
“La misura alla quale questo Consiglio regionale è giunto è colma, la mancanza di rispetto ai lombardi è andata oltre i limiti del consentito”.
“I flussi di dati sul Covid forniti dalla Lombardia sono sempre stati inviati correttamente, come validato sempre dall’ISS ogni settimana. I nostri dati sono sempre stati coerenti con i flussi provenienti dai sistemi informativi delle ATS, mantenendo anche le eventuali incompletezze senza interventi forzati da parte di Regione”.
“I nostri tecnici non hanno mai inserito in modo artificioso dati. A noi interessa una valorizzazione realistica della pandemia, non forzare una lettura semplificatrice”.
“Non è corretto che il destino di una regione possa essere legato ad un indicatore esile come RT Sintomi; non è possibile che i destini di milioni di persone siano affidati a dati esili, convenzionali e facoltativi”.
“Il ricorso al Tar sulla zona rossa prosegue nel merito e verrà implementato questa settimana con l’impugnazione dei verbali della Cabina di Regia e del CTS, nonchè della parte dell’ordinanza del Ministero che fa riferimento ai quei verbali”.
Gli animi si sono accesi quando, subito dopo Fontana, ha preso la parola il consigliere lombardo di +Europa, Michele Usuelli, che ha chiesto che vengano resi pubblici tutti i dati disaggregati. Usuelli si è quindi inginocchiato davanti ai banchi della giunta e, intanto, M5s e Pd hanno esposto cartelli con scritto «Verità per la Lombardia», «Basta bugie» e «Ora basta». In risposta, dai banchi del centrodestra è partito il coro: «A lavorare, andate a lavorare». Il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, è stato costretto a sospendere la seduta, dopo avere prima censurato e poi espulso dall’aula Usuelli.