Che l’invecchiamento è il processo naturale che conduce ad un aumento dell’entropia in un qualunque sistema fisico è cosa risaputa. Mentre per gli oggetti inorganici tale processo è subito passivamente, gli esseri viventi hanno sistemi che consentono loro di contrastare l’invecchiamento, ovvero di tendere a mantenere costante l’ordine della propria struttura fisica. Ciò nonostante, per la maggior parte di essi l’invecchiamento è comunque una parte normale del loro percorso di sviluppo biologico, essendo implicati, in esso, vari meccanismi fisici e biologici. Ma grazie al miglioramento dello stile di vita e le cure mediche negli ultimi decenni è aumentata l’aspettativa e la speranza di vita.
Aumentano in Italia i centenari e super-centenari. E sono le donne più longeve degli uomini
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat nel mese di novembre 2024 le persone oltre i 100 anni nell’ultimo decennio sono cresciute del 30%.
in Italia aumentano centenari e super-centenari, ma nello stesso tempo sottolineano la grande responsabilità che ricade su di noi: dobbiamo prenderci più cura di loro. Attualmente, centenari e super-centenari sono oltre 22mila e negli ultimi dieci anni sono aumentati del 30%, passando dai 17.252 del 1° gennaio 2014 agli attuali 22.552. Di questi l’81% è di sesso femminile, a conferma delle specifiche differenze di genere che ci sono tra donne e uomini, soprattutto nel campo della salute e della sua evoluzione negli anni.
Il Molise la Liguria il Friuli Venezia Giulia e la Basilicata le regioni con più ultracentenari
Dagli ultimi dati la regione con la concentrazione più elevata di centenari è la Liguria (61 ogni 100 mila residenti), seguita dal Molise (58) e dal Friuli Venezia-Giulia (54). Per la popolazione semi-super centenaria è il Molise la regione con la maggiore concentrazione, 3,1 ogni 100mila residenti, seguita dalla Liguria (2,4) e dalla Basilicata (2,1). E fino a ottobre 2024 il decano d’Italia ancora in vita ha superato i 110 anni e risiede in Basilicata; la decana, invece, risiede in Emilia-Romagna e, nello stesso mese, ha spento 114 candeline.
Possiamo sapere l’età in cui si invecchia di più
Molte sono le teorie e le ricerche genetiche svolte negli anni che si occupano sull’invecchiamento prematuro e su quello tardivo. Ma tutte quante confermano che l’invecchiamento dipenda da una serie di cause genetiche e ambientali ai quali le varie specie di diversa longevità risponderebbero con metodi di difesa più o meno efficaci. Secondo uno studio dell’Università statunitense di Stanford svolto negli anni scorsi e pubblicato sulla rivista Nature aging possiamo sapere l’età in cui si invecchia di più.
Secondo la ricerca il corpo umano non invecchia in modo lineare, ma ci sono due periodi chiave durante i quali subisce un picco di invecchiamento: intorno ai 44 e ai 60 anni.
Per giungere a questi risultati, i ricercatori americani e singaporiani hanno prelevato campioni di sangue, feci e batteri dalla pelle, dalla bocca e dal naso di 108 persone di età compresa tra i 25 e i 75 anni residenti in California, negli Stati Uniti. È stato evidenziato un primo risultato: “solo una piccola frazione di molecole (6,6%) ha mostrato cambiamenti lineari durante l’invecchiamento umano”, hanno osservato i ricercatori. Al contrario, l’81% di queste molecole si è evoluto in fasi specifiche della vita. I cambiamenti sono stati particolarmente marcati all’età di 44 e 60 anni. A quarant’anni, lo studio mostra che le cellule muscolari e cutanee impiegano più tempo a recuperare dopo l’esercizio fisico o a rigenerarsi. Ciò può coincidere con la comparsa delle prime rughe, dei capelli grigi e un certo calo di energia. Anche la capacità di metabolizzare i grassi e l’alcol diminuisce. All’età di 60 anni si nota invece una disfunzione immunitaria, legata in particolare alla funzione renale e cardiaca e al metabolismo dei carboidrati. “È anche a partire dai 60 anni che si assiste a un aumento della percentuale di patologie.
Prima del XIX secolo, l’aspettativa di vita era in media di 40-50 anni. Ma nonostante il suo progressivo aumento legato al progresso medico, sociale e tecnologico, “la nostra biologia non ha avuto il tempo di “mettersi al passo” con questa nuova realtà”. Oltre ai nostri geni, anche i nostri stili di vita individuali hanno una grande influenza.
Invecchiare si, ma invecchiare bene
L’invecchiamento è una speranza ma genere problemi. Più cura e assistenza e meno solitudine. Sono proprio gli anziani datati quelli più deboli e vanno aiutati per consentire loro che la vita sia ancora un dono di Dio. Oggi, come afferma l’ISTAT, tutti hanno l’opportunità di vivere più a lungo, soprattutto le donne, e coltivare la speranza di vivere meglio. Ma non basta vivere più a lungo e aggiungere anni alla vita. Occorre anche aggiungere vita agli anni, per ottenere una migliore qualità di vita. Più assistenza medica e più servizi alla persona. La medicina di genere, intesa come medicina della differenza, non ha nulla a che vedere con la discriminazione, ma si riferisce piuttosto alle rispettive specificità.