Un progetto che ha lo scopo di promuovere la solidarietà e di permettere ai volontari che si iscriveranno nelle liste, di accogliere nelle proprie case persone in condizioni precarie e difficili come anziani, studenti, neomaggiorenni e stranieri rifugiati usciti dai sistemi di accoglienza ordinari.
L’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale Veronica Mammì si esprime sul progetto, definendolo una “sperimentazione di solidarietà attiva multilivello” perché “risponde ad una visione di accoglienza degli adulti in situazione di fragilità, dai neomaggiorenni agli anziani, potenzia il coinvolgimento attivo e diretto di cittadini e famiglie, sostiene i percorsi di autonomia e inclusione dei destinatari”.
Si tratta, infatti, di uno scambio reciproco, in cui famiglie, coppie o anche persone singole decidono di arricchire la propria vita con un’esperienza che avvicina diversità e realtà a volte anche opposte, in un percorso non semplice di adattamento; e rappresenta una salvezza per chi non saprebbe dove andare o a chi chiedere aiuto, avendo l’occasione di provare gratitudine e sperimentare la solidarietà.
Un progetto che ha quindi anche lo scopo di rafforzare un sistema di volontariato già qualificato che possa aumentare le capacità e le risorse sia delle famiglie dei volontari, sia delle persone accolte, dando quindi internamente e anche verso l’esterno un forte messaggio che contrasti i pregiudizi e gli stereotipi, promuovendo l’integrazione, la cultura dell’ospitalità, il contrasto alle discriminazioni e ai conflitti, in un ottica di legalità e approvazione da parte del sistema politico della città.
La sindaca di Roma, Virginia Raggi, lo definisce uno “strumento per lo slancio solidale” dichiarando che “I romani hanno dimostrato una capacità solidale straordinaria durante il periodo della pandemia, che ha evidenziato la precarietà sociale e incrementato la richiesta di aiuti. Ora mettiamo a disposizione uno strumento in più per dare concretezza allo slancio solidale di tanti cittadini a supporto dei più fragili”.
Già il 10 marzo di quest’anno, l’albo delle Famiglie Accoglienti, è stato istituito nella città di Ravenna. Nasce nell’ambito del progetto Fami e ha come ente capofila l’associazione Refugees Welcome Italia Onlus e partner il comune di Ravenna. Sono previsti percorsi formativi per i volontari iscritti all’albo, che li preparino al meglio ad affrontare quello che sarà un cambiamento nella loro vita, a cui si espongono volontariamente, ma con la necessità di essere coadiuvati e seguiti nel loro percorso solidale.
L’esperienza di Ravenna, ad ora più strutturata di quella romana appena nata, prevede l’accoglienza divisa in tre sezioni. L’accoglienza rivolta ai minori in condizioni di fragilità, che promuove l’affido familiare sia di tipo residenziale, diurno e di sostegno alle famiglie; quella rivolta agli adulti, che copre diverse tipologie di “accolti” come neomaggiorenni, studenti, rifugiati e titolari di protezione anche dopo la conclusione del percorso di accoglienza ordinaria, anziani e ancora altre categorie fragili della popolazione.
Progetti i cui aderenti hanno voglia e intenzione di dare davvero una mano, trasmettendo un messaggio a quanti sono convinti che la fragilità può diventare pericolosa, che con i diversi non si può convivere. E qui lo si fa letteralmente, coinvolti nel ruolo di volontari, in un progetto in cui non è solo lo Stato, in quanto organo, o le associazioni preposte ad occuparsi di temi come l’accoglienza, di cui c’è sempre più bisogno, ma i cittadini stessi che danno dimostrazione di forte impegno e coinvolgimento.