Uno spiraglio di luce in mezzo a tanto buio, a difficoltà quotidiane, l’Alzheimer d’altronde coinvolge tantissime famiglie in una battaglia senza esclusioni di colpi.
In Italia si contano circa 500 mila malati, essa coinvolge addirittura il 5% delle persone con più di 60 anni, numeri importanti ma la ricerca fa progressi ed è la notizia dell’approvazione, da parte della Food and Drugs Administration (Fda), di un nuovo farmaco che possa contrastare la malattia, non può che alimentare la speranza.
Si tratta dell’Aduhelm, il primo farmaco approvato contro l’Alzheimer, che ha ottenuto un benestare subordinato all’effettuazione di ulteriori test clinici. Esso interverrebbe direttamente sulla formazione di placche betamiloidi sul cervello, riducendole in maniera significativa.
I test sono stati effettuati su soggetti ai primi sintomi della malattia e, nonostante qualche perplessità, hanno portato la Fda ad affermare che: “i benefici per i pazienti con Alzheimer trattati con l’Aduhelm superano i rischi della terapia”.
L’Alzheimer è una malattia subdola ed insidiosa, si porta via tutto, dalla memoria ai ricordi, dalla capacità di parlare alle funzioni cognitive, incidendo in maniera pesante sugli affetti. Richiede grande impegno nell’assistenza ma anche grande impegno economico con cure molto costose e per lo più a carico delle famiglie.
Lenta, progressiva, tanto che dalla diagnosi si può arrivare a vivere anche fino a 10 anni, tutto dipende dalla velocità con cui si danneggiano i tessuti cerebrali. In generale è una malattia difficile da affrontare perché siamo di fronte a persone disorientate, le quali sovente ripetono le stesse domande, che un giorno possono riconoscerti e l’altro urlare credendo di essere aggredite da uno sconosciuto.
Tra esami del sangue, del liquido spinale e tac al cervello si delinea la diagnosi che, ovviamente, precoce può garantire maggiori possibilità di trattare la malattia. Ma ad oggi non esistono ancora farmaci che possano impedire all’Alzheimer di prendersi tutto o addirittura possano farla regredire.
C’è qualche farmaco che consente di tamponare l’onda d’urto e quelli che contrastano ansia e depressione, ci sono poi le terapie non farmacologiche come la terapia di orientamento delle realtà (ROT) che consente al malato di destreggiarsi al meglio tra le difficoltà quotidiane.
Per questo l’Aduhelm può rappresentare un primo passo, lo meritano per primi i malati di Alzheimer, lo meritano tutte quelle famiglie che vogliono concedersi un’altra possibilità.