Attualità

A UN ANNO DAL PRIMO LOCHDOWN WUHAN RICORDA….

Oggi, mentre il resto del globo lotta ancora contro il virus, Wuhan, secondo l’informazione ufficiale ne è libera.

Ricorda, però, la paura di quei giorni bui, l’incertezza su come sarebbe finita, le difficoltà negli approvvigionamenti, il confinamento che sperimentò per prima  per contrastare quel virus che si era diffuso nel mondo proprio a partire dalle sue mura.

”E’ stato un momento così difficile quello del confinamento. Eravamo abituati a muoverci e all’improvviso potevamo solo restare a casa, senza uscire. Avevamo paura e non sapevamo come sarebbe andata a finire”.  “Sono preoccupata, è meglio che ci vacciniamo tutti” sostengono gli abitanti.

Mentre nel mondo si contano oltre 96 milioni di contagiati e più di 2 milioni di morti per Covid-19, la Cina lamenta poco più di 4.600 decessi dall’inizio della pandemia e, il 23 gennaio, esattamente un anno dopo l’inizio della pandemia, appena 107 nuovi casi, Questi numeri sono stati aggiornati negli ultimi giorni  per il ritorno del virus anche nel Celeste impero, dove, stando alle autorità locali, non si è registrato neppure un morto per ben otto mesi, fino alla scorsa settimana, quando si sono verificati nuovi casi di contagio ed un decesso.

Alle porte di Pechino, 20 milioni di persone sono state confinate, poi altre provincie, a macchia di leopardo hanno conosciuto una recrudescenza, ma sempre con numeri irrisori rispetto agli altri Paesi del mondo. Sono state comunque avviate campagne di test e sono state rafforzate le precauzioni.

I nuovi casi sono stati dichiarati mentre la delegazione dell’OMS atterrava a Wuhan per indagare sulle origini e la gestione della pandemia.

Tanti i lati ancora oscuri, tra le certezze vi è quella che chi in Cina ha denunciato l’insabbiamento delle notizie e l’aggressività del virus, ha conosciuto le catene della repressione di stato.

Exit mobile version