Secondo il ministro <<l’istruzione tecnica e professionale deve avere profili che corrispondano sempre più alle propensioni dei ragazzi e alle richieste delle imprese. Qui la sinistra non ha mai avuto la lucidità nel prendere atto che non siamo tutti uguali. I bravi professori formati adeguatamente sanno fare in modo che il ragazzo sia valorizzato quando non ha la capacità di un ragionamento astratto, ma una grande intelligenza concreta>>.
Per il ministro <<gli istituti tecnici e professionali non devono essere brutte copie del liceo. Per avere pari dignità oltre a laboratori moderni e attenzione alle realtà produttive, con la possibilità per i presidi di chiamare anche professionisti del mondo dell’impresa, devono poter offrire una carriera di studio importante. Penso a una filiera che colleghi formazione tecnico professionale e gli Its, un canale che l’Europa ci chiede di costruire, parificato al sistema universitario>>.
Il piano sull’orientamento servirà invece per una scelta ponderata della scuola superiore. <<I genitori devono sapere che chi va al liceo e poi non finisce l’università avrà potenzialità occupazionali e retributive inferiori a chi esce da un tecnico e da un professionale. E poi insisterò sulla formazione dei docenti all’orientamento affinchè diventino consiglieri delle famiglie>>.
E questo poiché << tocca loro tirar fuori il meglio da ogni studente. Fissate le competenze minime, la loro realizzazione nella vita dipende dalla valorizzazione dei loro talenti che si può perseguire con una didattica personalizzata. Per potenziarla dobbiamo riflettere sull’opportunità di introdurre in ogni scuola la figura di docente tutor. Ovvero colui che dovrà seguire più da vicino i ragazzi in difficoltà e valorizzare chi è molto bravo e sta stretto nel programma. Anche al di fuori dell’orario di lezione, durante l’anno e nei periodi di sospensione delle lezioni. Adesso sono le famiglie più abbienti a pagare le lezioni private o corsi aggiuntivi. E’compito dello stato farlo>>.
Il ministro si è espresso anche sul negativo utilizzo del cellulare in classe da parte di docenti e studenti: <<Via i cellulari dalle classi nelle ore di lezione. La proposta – ha spiegato Valditara – va nella direzione di garantire a studenti e docenti un tempo di studio in classe senza distrazioni>>.
Ha anche motivato la sua ipotesi di revocare il reddito di cittadinanza a chi ha interrotto il percorso scolastico prima di completare il percorso dell’obbligo. <<In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia tra i 18 e i 29 anni. Di questi 11.290 possiedono solo la licenza elementare o nessun titolo, gli altri soltanto il titolo di licenza media. E’ un quadro inquietante e sorprendente – ha aggiunto il ministro – per questo il governo sta pensando di prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o di frequentare un percorso professionale, pena in entrambi i casi della perdita del reddito o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà>>.
Inoltre per porre un freno agli episodi di violenza che si registrano all’interno delle scuole il ministro propone di inviare i responsabili a svolgere lavori socialmente utili. Per arginare il problema, ha detto infatti il neo-ministro è necessario intervenire <<anche prevedendo forme di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole: una cosa che mi è sempre parsa molto utile sono i lavori socialmente utili>>. L’obiettivo, ha proseguito Valditara, deve essere quello di <<ridare autorevolezza ai docenti, rispetto verso i docenti, gli studenti e i beni pubblici>>. A questo scopo, ha concluso il ministro, è intenzione del governo aprire un tavolo di lavoro <<per trovare soluzioni: siano esse la didattica personalizzata, l’intervento dello psicologo o sanzioni più efficaci>>.