Un “fatto politico molto significativo”, dice il premier Draghi leggendo un breve discorso al Consiglio dei Ministri.
“Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”.
Il presidente della Repubblica Mattarella ha respinto le dimissioni del premier Draghi e lo ha invitato a presentarsi, mercoledì, al Parlamento affinché si effettui una valutazione della situazione che si è determinata.
Fioccano gli appelli, soprattutto da sinistra. Il M5S tace, Lega e Fi sono prudenti ma Salvini in una nota dichiara: “Siamo stati leali, costruttivi e generosi per un anno e mezzo, ma da settimane il presidente Draghi e l’Italia erano vittime dei troppi No del Movimento 5 Stelle e delle forzature ideologiche del Partito Democratico”.
Fdi invoca il voto. “È ora di dare libertà ai cittadini di votare – ha detto Giorgia Meloni – Dobbiamo chiedere al capo dello Stato che questo Parlamento venga sciolto, la Costituzione dice che il presidente può sciogliere le Camere quando ravvisa troppa distanza tra Palazzo e quello che vogliono i cittadini e oggi la distanza è siderale”.
E intanto Luigi Di Maio dichiara: “a Mosca si festeggia, mi piange il cuore”. Un’accusa neanche troppo velata a Conte, l’inizio di un’ultima resa dei conti?