Essere un pendolare significa avere a che fare ogni giorno con orari inflessibili, turni di lavoro che richiedono precisione e puntualità e, spesso, mezzi di trasporto tutt’altro che impeccabili. Non sempre questi servizi, infatti, rispettano gli orari predefiniti, complicando così la vita del pendolare. La società a responsabilità limitata di Trenord, costituita da Trenitalia e da FNM SpA, ha concesso in particolar modo alle persone che regolarmente usufruiscono del suo servizio numerosi motivi per cui lamentarsi, soprattutto nel periodo di pandemia. La società ha ricevuto spesso reclami riguardanti l’efficienza e la puntualità dei propri treni, a causa di ritardi su diverse linee, o persino treni del tutto soppressi in orari di punta.
Dalle interviste svolte sono emersi alcuni racconti come quello di una ragazza che regolarmente usufruisce del servizio di Trenord per raggiungere la scuola. Per questa ragione, più di una volta la studentessa ha dovuto presentare una giustificazione all’ingresso a causa del ritardo del treno. Un altro ragazzo menziona invece il poco rispetto delle normative anti-contagio sui convogli, composti solo da un vagone nell’ora di punta: studenti ammassati su posti che dovrebbero rimanere liberi, spesso con le mascherine abbassate e controllori che non prendono nessun provvedimento. Se si osservano invece i dati riguardanti i ritardi delle corse, si parla in generale di variazioni dai 10 ai 30 minuti sulla tabella oraria, fino ad un’ora nei casi più estremi; tutto questo, tralasciando gli episodi in cui il servizio viene soppresso, costringendo i pendolari a trovare altre soluzioni per gli spostamenti. Verifiche in prima ora per gli alunni, o colloqui di lavoro di prima mattina, sono dunque attività sempre minacciate da una sorta di spada di Damocle, sempre in agguato nel rendere incerta quella che dovrebbe essere la sicurezza per i pendolari: la puntualità.